di
Candida Morvillo

L’addio all’alcol e il nuovo inizio. I sensi di colpa per il suicidio dell’ex

Cinquant’anni oggi. Asia Argento nasceva il 20 settembre 1975 dal re dell’horror Dario e dall’attrice Daria Nicolodi. A 11 anni, è la bambina intrappolata in un palazzo assediato da creature infernali in Demoni 2; a 17, è l’adolescente testimone di efferati omicidi in Trauma. La vita non sarà meno da incubo, con accuse di abusi e molestie a Harvey Weinstein, il suicidio del compagno chef Anthony Bourdain, i rapporti burrascosi coi padri dei due figli, il cantautore Morgan e il regista Michele Civetta… Cinquant’anni di eccessi e cadute, di rinascite e verità cercate a costo di farsi male. Oggi, Asia racconta un’altra sé. 

L’anno scorso, a Jonathan Bazzi su Sette, parlava della disintossicazione dall’alcol e dell’incontro con la grazia: «Io l’ho vissuta, è rarissima ma a volte arriva. Nasce da un desiderio di salvarsi: prima, dev’esserci quello». Ed è nel segno di questa grazia, e nella preghiera da poco pubblicata su Instagram («concedimi di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso…») il senso di un compleanno che non sa di resa, ma di un nuovo inizio. Oltre che, sperabilmente, di una pacificazione in cui eccessi e scandali smettano di oscurarne il talento. I più, infatti, ricordano magari la scena-scandalo con il cane in Go Go Tales di Abel Ferrara e dimenticano i due David di Donatello vinti per due ruoli intensi e difficili in Perdiamoci di vista di Carlo Verdone e Compagna di viaggio di Peter Del Monte. Dimenticano che ha diretto Scarlet Diva, anticipando di vent’anni il racconto del #MeToo. Dimenticano che Sofia Coppola l’ha voluta nei panni ardui di Madame du Barry in Marie Antoinette o che Rob Cohen l’ha voluta nel blockbuster xXx, 300 milioni di dollari d’incasso. 



















































L’anticonformismo è stato il suo marchio. Ha raccontato di sé e messo in scena trasgressioni, droga, bisessualità. E, come dice lei, «se sei diverso, trovano il modo di ucciderti». Così, da icona genio e sregolatezza, è poi passata per strega o peggio. I post recenti tornano su Weinstein: «Ho accusato un uomo potente e, come un orologio, è arrivata la reazione». Ricorda l’inchiesta del New York Times da cui emergeva che aveva pagato il silenzio dell’attore Jimmy Bennett per un rapporto sessuale avvenuto quando lui aveva 17 anni: «Quello che è successo è stato consensuale, secondo gli standard legali del mio Paese. Ma è avvenuto in un luogo con leggi diverse, cosa che io, non essendo americana, non avevo compreso… Ho perso il lavoro. Ho perso amicizie. Ho perso il mio nome… Non c’è stato un processo. Ma sono stata condannata comunque». È da «sopravvissuta» (al suicidio di Bourdain) anche un post di tre giorni fa, questo contro gli haters che le rinfacciano quella morte come se fosse colpa sua: «Voglio dirlo una volta per tutte: Lo amavo… Da quel giorno, convivo con il dolore, lo choc e l’estenuante e devastante ciclo dell’ “e se…”. Chiunque abbia perso qualcuno per suicidio sa quanto possa essere inevitabile l’auto-colpevolizzazione… Sentirmi dire che l’ho “ucciso” mi costringe a pormi la stessa domanda impossibile con cui convivo già. È crudele attaccare qualcuno che sta ancora imparando a sopravvivere a una perdita… Non permetterò che l’odio online definisca la mia guarigione». 

Di guarigione, di spiritualità e di perdono, ultimamente, Asia parla spesso. E, intanto, non si ferma. Arrivano nuovi film: American Nails di Abel Ferrara, Plus forts que le diable di Graham Guit, A Mother for an Hour di Giga Agladze, Qui staremo benissimo di Renato Giordano. Cinquant’anni, senza arrendersi, anzi rilanciando. Per imparare finalmente ad amarsi e riconciliarsi con la bambina ferita che è stata, accanto a genitori presi più che altro dai loro demoni, come ha raccontato lei stessa nella biografia Anatomia di un cuore selvaggio (Piemme). In una presentazione video, spiegò: «A volte, quando medito, rivedo la me bambina e le do tutti gli abbracci che non ho avuto…. Ho raccontato le violenze e la solitudine subite per spiegare le origini di ciò che sono…». Oggi, compie 50 anni una donna a lungo etichettata come ribelle e dannata. Ma oggi sappiamo che tutto quello che cercava era: amore. Era la pace, la grazia.. E i suoi prossimi 50 anni promettono di essere la sua interpretazione più riuscita. Pazienza se dovremo fare a meno di un’icona maledetta.

20 settembre 2025