Mentre in Italia le nascite continuano a calare, la Valle d’Aosta si muove in controtendenza. In base agli ultimi dati Istat, nei primi sei mesi del 2025 sono nati vivi 316 bambini (165 maschi e 151 femmine), mentre l’anno precedente ci si era fermati a 307 (155 maschi e 152 femmine). Una lieve inversione di tendenza, che fa registrare alla Valle un +2,93 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, ma che non arriva ancora ai livelli di qualche anno fa. Solo nel 2022, le nascite erano state 366, cinquanta in più.

Una situazione in chiaroscuro, che mostra però uno spiraglio di luce, soprattutto se confrontata con l’andamento a livello nazionale. In Italia, da gennaio a giugno 2025, le nascite sono state 166 mila, calando del sette per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Una picchiata. «Noi siamo in positivo – dice Livio Leo, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia – sommando i due dati si potrebbe dire che siamo un’anomalia. Capire perché abbiamo questo aumento non è semplice, ci sono diversi bias con cui ci si scontra, con anche il sistema di welfare che può influire in maniera diversa». Nei giorni scorsi, l’ospedale Beauregard ha vissuto una giornata speciale, con otto parti in poco più di 12 ore. Dei nuovi nati cinque sono femmine e tre maschi, in due casi è stato necessario il taglio cesareo. «In 10 anni che sono qua ad Aosta, una cosa del genere non era mai successa – dice Leo – anche se io ho vissuto dei periodi in cui i parti erano molti di più. Quando accadono eventi come questo i vecchi meccanismi vengono fuori, con protocolli interni e disposizioni da seguire».

Un avvenimento quasi unico, che si inserisce in una tendenza positiva per la Valle d’Aosta, sebbene l’andamento di lungo periodo sia comunque negativo. «Negli anni, il calo è stato simile al resto d’Italia e negli ultimi due il numero delle nascite è rimasto costante, intorno alle 700 – dice Leo –. Quando ci sono stati gli otto parti in un giorno avevamo circa 20 bambini nati in più rispetto al 2024. Vedremo a fine anno se questa tendenza sarà confermata».

Anche se è difficile risalire alle cause prime dell’«anomalia valdostana» il direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia sottolinea come il “Percorso Nascita” – servizio nato per accompagnare la coppia lungo tutta la gravidanza, facendola seguire dall’ostetrica territoriale, o dal ginecologo in caso di gravidanza a rischio, in modo gratuito fino al parto – possa aver influito. «Sapere che durante questo periodo si può essere seguiti dal sistema sanitario nazionale è già un elemento che solleva da alcune problematiche – dice Leo –. Sono piccoli tasselli che rendono la vita più facile. Con il “Percorso Nascita”, introdotto nel 2018, riusciamo a seguire anche persone che magari non andavano a farsi visitare per via dei costi da sostenere». A questo si aggiunge un centro per la procreazione medicalmente assistita «pubblico, in capo al sistema sanitario nazionale – dice Leo –. Il fatto di poter essere seguite a pochi chilometri da casa di certo aiuta, ma abbiamo anche circa il 70% delle pazienti che arriva da fuori Valle, in particolare dal Piemonte. Inoltre, abbiamo migliorato le tecniche di individuazione delle donne infertili».