Si celebra oggi, 20 settembre, il Batman Day: una giornata internazionale di eventi, attività e uscite dedicate al Cavaliere Oscuro della Dc Comics. Una vera e propria icona della cultura pop contemporanea che festeggia così 86 anni di fumetti, film e animazione.
La cupa storia di Bruce Wayne e la sua Gotham City affollata di folli criminali ha inizio nel 1939 su una rivista antologica di crime stories, il numero 27 di Dc Detective Comics. Il mantello nero di Batman conquista la copertina e, da subito, anche l’immaginazione dei lettori.
Suggestioni classiche, polemiche, alti e bassi tra cinema, tv e videogame
Tante le fonti di ispirazione di Bob Kane e Bill Finger, creatori del personaggio. I fumetti pulp e noir dell’epoca, chiaramente, nel setting urbano e criminale, con storie notturne di gangster e omicidi. Il successo di Superman, e la necessità di sfruttare l’onda del successo editoriale degli eroi mascherati. E, sorprendentemente, anche i disegni di Leonardo da Vinci, con le sue macchine volanti prese in prestito per sagomare le ali da pipistrello dell’iconico costume.
La storia editoriale di Batman, da quei lontani anni ‘40 a oggi, è stata contrassegnata dagli inevitabili alti e bassi. Il singolo punto di svolta più importante, non solo per la storia del personaggio ma per la stessa industria dei comics, è forse l’arrivo di Robin come spalla dell’eroe nel 1940. Il nuovo “Dinamico Duo” diventa gradualmente più avventuroso e meno cupo, con avventure che, negli anni, esplorano spazi inediti che vanno dalla fantascienza all’umorismo leggero. Le conseguenze saranno imprevedibili e si dipaneranno per decenni a seguire.
Nel 1954, il rapporto tra il maturo Bruce Wayne e il suo pupillo Dick Grayson attira le attenzioni e le ire dello psichiatra Fredric Wertham, sostenitore di una tesi che farà grande presa sulle paure dei genitori statunitensi: che i fumetti adorati dai figli “seducano” e corrompano i giovani. La relazione tra Batman e la sua spalla è uno degli esempi citati da Wertham nel suo libro The seduction of innocent, insieme ad altre istanze come l’immaginario BDSM presente nei fumetti di Wonder Woman (questa più storicamente fondata rispetto all’immaginaria omosessualità degli eroi di Gotham). L’opera di Wertham suscita grande scalpore e spinge l’industria a dotarsi di un organo di autocensura, la Comics Code Authority, che eserciterà la propria vigilanza e autorità sui fumetti per quasi tutta la seconda metà del Novecento.