Il pilota KTM: “Come il sole, il giorno e la notte, è veramente diverso lavorare in team giapponesi, italiani o austriaci”. Sulle sue origini gitane: “A volte mi viene voglia di scappare, di essere nella natura…”. Sull’addio a Yamaha: “Ho rinunciato a 17 milioni di euro, magari con i bonus ancora di più. Ma stavo male. Sbagliai a non andare in Ducati, enorme stima per Tardozzi”

20 settembre 2025

Parlare con Maverick Vinales è stata una scoperta, per una volta, per certi momenti, il rapporto pilota-giornalista, è venuto meno. Sembrava più un appassionato che aveva voglia di raccontare delle cose e, alla fine, quando la registrazione è stata interrotta mi ha proprio sorpreso.

E tu che ne pensi della situazione di Bagnaia?” mi ha chiesto. Mi ci è voluto un attimo, non me l’aspettavo, i piloti di solito rispondono, anche in modo interessante, coinvolti, ma non esiste quasi mai, a me non era mai capitato, che uno si interessasse di una mia opinione. Invece Maverick è pure tornato indietro e si è seduto, per sentire cosa avessi da dire.

Che poi, non avevo neanche granché da dire, gli ho risposto così, più o meno: “Penso che Pecco sia in una situazione difficilissima adesso, ma che non ha via di uscita ormai, dove potrebbe andare? Tutte le moto sono occupate. Comunque vada deve restare in Ducati“. Anche se ovviamente spero che, dal punto di vista umano, la sua situazione migliori: è proprio brutto vederlo fare così male.

Comunque, non una gran risposta ho dato a Maverick. Ma questa avevo!

Raccontata questa parte off record, veniamo all’intervista vera e propria, di seguito.

Ciao Maverick. Tu sei uno dei piloti più vincenti del mondo del motomondiale con 26 vittorie, ma soprattutto sei l’unico pilota in MotoGP che ha vinto GP con tre moto diverse. Questa cosa, cosa racconta di Maverick Viñales?

“Racconta che posso andare veloce con qualsiasi moto. Questo penso che è molto importante perché alla fine il mio percorso nel mondiale… ovviamente da quando sono partito dalla Suzuki per andare in Yamaha erano moto molto simili, quindi avevo già un percorso fatto. Però quando sono andato dalla Yamaha all’Aprilia era una moto talmente diversa che ho dovuto veramente adattare tutto. All’inizio facevo tantissima fatica, ma alla fine sono riuscito a vincere”

Ed è per questo che l’adattamento con KTM è stato più veloce, perché KTM è più simile ad Aprilia?

“Eh di sicuro sì, soprattutto il motore, no? L’erogazione quando hai un V4 sono molto simili… Però quello che mi ha fatto fare la differenza in KTM è stato l’atteggiamento. Ho avuto un atteggiamento più tranquillo, sapendo e avendo la fiducia che ce la possiamo fare. E quello ci ha fatto ovviamente lavorare con più tranquillità. Magari in occasioni dove vedi tutto un po’ più nero, l’abbiamo visto un po’ più chiaro e abbiamo avuto migliori opportunità rispetto ai nostri compagni di squadra”

In Aprilia hai sentito un po’ la pressione del campione che arriva e che deve fare la differenza?

“No, ho sentito veramente che Aleix andava velocissimo. Non ho avuto mai una pressione extra, però Aleix riusciva a fare con quella moto a volte dei giri che io non capivo. Quindi mi sono dovuto adattare tantissimo a un altro stile di guida, quello che si doveva fare per l’Aprilia in quel momento lì”

I tuoi 3 anni e mezzo in Aprilia hanno portato qualche podio e una vittoria. Secondo te è tanto o è poco?

“Secondo me è poco. Però nel 2023 abbiamo perso almeno due o tre occasioni che si poteva vincere. Una mi ricordo a Le Mans che sono caduto, un’altra ad Assen che anche lì sono caduto, sono andato troppo veloce. E dopo c’era qualcuna che era possibile vincerla, ma ha piovuto e ci ha dato un po’ di fastidio. Però secondo me si doveva vincere di più, si poteva. Il 2024 purtroppo non abbiamo avuto il pacchetto migliore, però ugualmente abbiamo fatto dei bei risultati”

Nel 2024 secondo me tu a inizio anno, quando hai vinto la gara in Texas, avevi vinto anche la Sprint in Portogallo… lì sembrava che tu potessi inserirti tra le Ducati. Poi però l’impressione che ho io è che il fatto che non avete trovato l’accordo per il rinnovo, che è arrivato Martin, ti abbia tolto un po’ di motivazione. Può essere?

“La motivazione è stata sempre molto alta. Anche con Massimo (Rivola, ndr), con tutti i responsabili, anche con tutti i meccanici, la verità è che è sempre stato bellissimo il rapporto. Abbiamo avuto sempre una motivazione enorme per andare avanti e anche assieme ad Aleix è sempre stato un rapporto veramente vicino, per provare a portare l’Aprilia il più alto possibile. Quindi per me è stato più una mancanza tecnica nel 2024 che una mancanza di motivazione o magari di rilassamento quando abbiamo deciso che io andavo in KTM e che loro prendevano Martin. Quindi è stato, sotto il mio punto di vista, più una scelta che non era abbastanza giusta sulla moto che un’altra cosa, perché veramente tutti abbiamo messo il 100%”

E il tuo rapporto con Manu Cazeaux com’è?

“Il rapporto è bello, penso che va oltre il racing. Comunque alla fine litighiamo come tutti, però è un rapporto bello. Ovviamente un rapporto molto naturale che c’è stato già dal primo anno, da quando sono stato sulla Suzuki, e adesso stiamo veramente sfruttando tutto quello che abbiamo per portare KTM in avanti”

A proposito di KTM, per te è un ritorno, perché qui hai vinto il mondiale nel 2013 in Moto3. Come ti trovi nel Team Tech3 e in KTM in generale?

“Mi trovo molto bene. Ovviamente quando sono venuto qua sono venuto con le aspettative un po’ più basse, per vedere cosa mi trovavo, ma sono stato molto sorpreso. Penso che c’è un grande potenziale dietro la squadra KTM. Anche il rapporto che ho avuto di subito con il Team Tech3 è stato bellissimo. Ti dico, sono in un momento bello. Ovviamente dopo la lesione (alla spalla sinistra, infortunio rimediato durante il GP di Germania, ndr) ci stiamo rimettendo tutto per tornare al livello che avevamo lasciato, però è un momento molto bello e un momento in cui ho tanta voglia di tornare a guidare al massimo perché penso che c’è un bel futuro con KTM.

Vinales mette ghiaccio sulla spalla sinistra, mentre parla con Pedrosa (GP Austria 2025)

Vinales mette ghiaccio sulla spalla sinistra, mentre parla con Pedrosa (GP Austria 2025)

Faccio un salto indietro nel passato. Tu sei nato a Figueres, giusto? E hai origini gitane, giusto?

“Giusto”

Cosa ti porti di queste origini della tua terra?

“È una bella domanda, perché tante volte ti chiedi come erano i miei avi, o come hanno vissuto. E a volte… non lo so, a volte mi viene sempre voglia di scappare, di essere nella natura, come si chiama in italiano? Sì, selvaggio, wild. A volte devo scappare un weekend, devo andare in montagna da solo, sai? Non lo so, ho le mie maniere di fare la vita. Però è curioso perché a volte leggo… la gente che ha discendenti… È incredibile quanto il tuo passato può influire nel presente. Quindi sempre provo ad andare un po’ dentro, a investigare, capire cosa andava bene, cosa no, cosa facevano, cosa no, per vedere. Sì, mio nonno ancora ha tanta radice, si vede che ha nel sangue questa maniera di fare più da zingari. Quindi è molto grazioso…”

Questo lavoro che fai, che ti fa girare il mondo, è giusto…

“Sì, devo dire che la mia famiglia in generale è una famiglia forte, sempre sono stati pescatori. Quindi sono gente rude. Forte. Così sono io. Però magari in questi tempi sei un po’ più diverso. Ovviamente adesso è tutto più tranquillo e poi veramente hai dei giorni che puoi esprimerti di più che in un passato”

“A volte devo scappare un weekend, devo andare in montagna da solo, sai? Non lo so, ho le mie maniere di fare la vita”

Vinales in un momento di concentrazione al box (Misano 2025)

Vinales in un momento di concentrazione al box (Misano 2025)

Che differenze ci sono tra lavorare in un team giapponese, italiano o austriaco, oppure non ce ne sono?

“Come il sole, il giorno e la notte. Mamma mia, è veramente diverso. In un team giapponese hanno le regole. Devi stare anche attento a non spingere troppo, non mettere troppa pressione perché loro devono prima… devono veramente capire bene le cose. Non lo so, se tu vuoi chiudere un po’ il manubrio, loro devono fare prima un ragionamento. Invece in un team europeo te lo fanno in un minuto. Però quello ha del buono e anche del cattivo. Loro seguono una strada e continuano lì, magari un team europeo può andare in diverse aree. Però in questi tempi i team europei hanno fatto una differenza enorme”

Tu hai raccontato che quando hai lasciato Yamaha hai rinunciato a 17 milioni di euro. Giusto?

“Giusto. Più o meno. Magari con i bonus ancora di più”

Ti chiedo due cose. Una: quanto sei stato vicino a Ducati in un certo momento? E poi due: quando tu hai lasciato Yamaha nel 2021 era una situazione difficile in cui stavi male, hai rinunciato ai soldi per guidare. Vedi delle similitudini con la situazione di Pecco Bagnaia e, se tu gli dovessi dare un consiglio, quale sarebbe?

“Sono stato vicino alla Ducati, soprattutto per il 2019-2020. Ho una stima enorme per Davide Tardozzi, quindi di sicuro sarebbe stata la scelta giusta in quel momento lì, ma non ho saputo vedere il futuro in modo giusto. Non capivo che magari Ducati poteva essere quello che è adesso. Anche se già nel 2017 la moto cominciava ad andare molto bene, però non ho saputo prevederlo, quindi errore mio. Se dovessi dare un consiglio a Pecco, non penso ne abbia bisogno. Lui è due volte campione del mondo di MotoGP, io ancora non lo sono. Quindi è difficile dare un consiglio a qualcuno che in questo momento è migliore di te. Quello che posso vedere è che sta guidando la moto che in teoria è la migliore. Non è facile quando vai a una moto che è un po’ peggio. È quello mi è successo quando sono passato da Yamaha all’Aprilia. Pensavo “magari con l’Aprilia ce la faccio”, ma ci ho messo un bel po’ di tempo per farcela. Anche se penso che magari da una gara all’altra tutto cambia. Non è scontato… se lui è andato forte, va forte. Non è che devi imparare ad andare in moto, sa già andare in moto e lo fa molto bene. Quindi penso che è una questione di periodo, secondo me è un periodo. Non vedo un problema più grosso che un brutto periodo, che lui di sicuro in qualche gara può veramente cambiare tutto”

“Bagnaia è due volte campione del mondo, io ancora no. È difficile dare consigli a chi è migliore di te”