Il Governo italiano ha recentemente dato un segnale importante scegliendo di astenersi sul Trattato pandemico e di respingere i nuovi emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) dell’OMS.
Una decisione che afferma l’autonomia nazionale e rifiuta il rischio di attribuire a entità sovranazionali poteri discrezionali e non giustificati da prove scientifiche solide.
Le criticità nel Piano
Nella bozza del Piano di Preparazione Pandemica 2025-2029, restano tuttavia diversi passaggi che rischiano di reintrodurre indirettamente quanto già respinto con il voto contrario al RSI:
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Eccessivo affidamento all’OMS: molte sezioni citano l’Organizzazione come fonte principale di indirizzo, senza una chiara valutazione indipendente delle prove disponibili.
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Vaccini e farmaci come unico pilastro: il Piano continua a privilegiare prodotti genici e terapie ad alto costo, trascurando misure più semplici, sicure ed economiche, incluse le terapie precoci a domicilio e le strategie preventive legate agli stili di vita
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Non farmacologiche (NPI): raccomandate in modo “rigoroso”, ma senza discussione scientifica aperta sulle evidenze della loro reale efficacia.
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Principio di Autorità vs. Prove: si rischia di adottare linee guida OMS/ECDC come “evidenze” senza un vero contraddittorio scientifico.
Una proposta di integrazione
La Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) sottolinea che un Piano efficace non può limitarsi a vaccini e farmaci. È necessario promuovere anche:
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Stili di vita sani (alimentazione equilibrata, attività fisica, riduzione del fumo e dell’alcol);
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Ricerca indipendente e tempestiva con piccoli studi clinici utili già in fase iniziale di nuove epidemie;
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Formazione critica degli operatori sanitari sulla lettura delle prove, evitando derive propagandistiche.
Esempi concreti
Nel documento si ricorda come l’OMS abbia raccomandato farmaci antivirali dal costo elevatissimo (oltre 2.000€ a ciclo), ignorando invece terapie promettenti, sicure ed economiche.
Uno degli esempi citati è l’uso precoce di iodopovidone diluito all’1%, che in 18 studi randomizzati ha dimostrato una riduzione del rischio di complicanze e mortalità fino al 70%, con un costo di pochi euro
Per la CMSi, il Governo dovrebbe correggere i passaggi critici della bozza, garantendo coerenza con la posizione assunta sul RSI e integrando la prospettiva della promozione della salute.
Un Piano nazionale deve basarsi su prove scientifiche solide e indipendenti, non sul mero principio di Autorità.
Leggi qui il Comunicato CMSi 21_completo.