C’era una volta la F1, sport elitario per eccellenza, regno di ingegneria estrema, velocità inaccessibile e sponsor a sei zeri. Oggi, quella stessa Formula 1 si presenta sul podio dei circuiti come Silverstone con trofei costruiti in LEGO, sfila a Miami con monoposto fatte di mattoncini, annuncia l’arrivo di Topolino sulla griglia di partenza nel 2026… e diventa persino il set di un kolossal hollywoodiano con Brad Pitt protagonista, in una produzione Apple da 300 mln di dollari. Non è fantascienza, ma la visione lucida e ambiziosa di Liberty Media, che ha scelto di traghettare la F1 fuori dai confini tradizionali per farne un fenomeno globale, trasversale e intergenerazionale.

Il 75° anniversario del campionato è stato celebrato con una trovata brillante: a Silverstone, Lando Norris ha sollevato un trofeo fatto interamente di LEGO, frutto di 210 ore di lavoro nei laboratori di Billund. Una replica dettagliata della celebre RAC Cup, composta da oltre 2.700 pezzi incollati a mano, pensata per resistere anche agli slanci euforici dei piloti. Un oggetto da collezione, certo, ma anche un messaggio chiaro: la Formula 1 vuole parlare anche ai bambini.

Non è stata un’eccezione. Già nel Gran Premio di Miami, a maggio, i piloti avevano preso parte a una parata pre-gara a bordo di vere monoposto costruite con centinaia di migliaia di mattoncini. Riproduzioni in scala 1:1, complete di volante, pedali e persino un piccolo motore elettrico, in grado di muovere queste incredibili auto giocattolo a 20 km/h. Non importa la velocità, ma l’effetto scenico: i social sono esplosi, TikTok ha moltiplicato i video virali e il paddock si è trasformato per un giorno in un gigantesco playground.

Il target, oggi, non è più solo l’adulto appassionato, il tifoso di lunga data o il collezionista di orologi di lusso. La Formula 1 guarda ai giovanissimi, a quella fascia di pubblico tra gli 8 e i 18 anni che vive di contenuti brevi, estetica pop e storytelling visivo. In un solo anno, in Europa, il numero di giovani fan è cresciuto del 17%, con quasi tre milioni di bambini attivamente coinvolti nel tifo. Il merito va a operazioni come queste, ma anche alla serie Netflix “Drive to Survive”, ai contenuti sui social media, e a un linguaggio che mescola alta tecnologia e cultura del gioco.

A rafforzare questa direzione arriva ora un nuovo, sorprendente alleato: Disney. A partire dal 2026, l’universo F1 accoglierà ufficialmente Topolino e i suoi amici, protagonisti di una collaborazione pensata per fondere sport, intrattenimento e immaginazione. L’annuncio, accompagnato da una spettacolare animazione in cui una monoposto disegna la silhouette di Mickey con le gomme sull’asfalto, è stato solo il primo passo. Nei prossimi mesi, il progetto prenderà forma attraverso contenuti originali, prodotti dedicati, esperienze immersive e – con ogni probabilità – nuovi format su Disney+ che spiegheranno ai più piccoli il funzionamento di un GP. L’idea non è semplicemente quella di decorare il paddock con pupazzi o mascotte. Al contrario, si tratta di una strategia di integrazione profonda, che punta a creare un ponte culturale tra il rigore tecnico della F1 e l’universo narrativo di Disney. Una sinergia potente tra due marchi globali, entrambi simboli di performance, creatività e identità visiva.

L’accordo tra la casa di Burbank e la F1 prevede contenuti originali, esperienze immersive e merchandising a tema, aprendo le porte a un linguaggio narrativo pensato per un pubblico ancora più giovane. Un’operazione che sposa perfettamente l’estetica pop con l’adrenalina del motorsport, parlando a una nuova generazione di fan nati con TikTok e Disney+.

Drive to Survive, la serie Netflix che ha ridefinito il racconto dello sport, è stato l’innesco. Ma ora il motore corre da solo e in direzioni imprevedibili.

Le riprese di F1: The Movie, il kolossal prodotto da Apple per raccontare la vita di un pilota veterano (interpretato da Brad Pitt) che torna in pista con la scuderia immaginaria APX GP.

Per garantire autenticità, Apple ha avuto accesso totale ai circuiti, alle scuderie e alle dinamiche del circus – un privilegio fino a oggi riservato solo a Netflix. Il film, uscito a fine giugno, ha incassato oltre 300 mln di dollari e raccolto oltre 40 mln solo in sponsorizzazioni.

Tutto questo non significa che la Formula 1 stia abbandonando la sua dimensione di lusso, glamour e precisione tecnologica. Anzi, quella dimensione resta fondamentale, soprattutto in chiave commerciale e di posizionamento globale. Ma oggi, accanto al paddock esclusivo, c’è spazio anche per il parco giochi. E non si tratta di una contraddizione, ma di una visione espansiva: costruire un brand che sappia essere elitario e popolare al tempo stesso, sofisticato e accessibile, competitivo e narrativo.

Nel mondo di Liberty Media, i nuovi tifosi non nascono solo davanti al podio, ma anche aprendo una scatola LEGO o guardando un corto animato su Disney+. È lì che si semina la passione di domani. Perché spesso non è una curva a 300 km/h a far innamorare di uno sport, ma un sogno in miniatura. E oggi la Formula 1 ha capito che, per restare in testa, bisogna cominciare a correre anche da bambini.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia di settembre 2025 (numero 7, anno 8)