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Ignazio Riccio

20 settembre 2025

“In televisione non si può aggredire un ebreo, dirgli ‘sei uno str***o’, ‘ti prendo a pugni’ e poi sostenere che non doveva esserci contraddittorio. È una scena vergognosa e inaccettabile”. Mario Adinolfi, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nel programma “Battitori Liberi”, non usa mezzi termini per descrivere quanto accaduto nei giorni scorsi durante la trasmissione “È sempre Cartabianca”, in onda su Rete 4. “Non so se Enzo Iacchetti si renderà conto della gravità di quello che ha fatto – ha detto Adinolfi – ma quanto è accaduto in quello studio è un pestaggio mediatico. Quando c’è un punto di vista ebraico si può discutere, si può dissentire, ma non si può umiliare l’interlocutore con violenza verbale. Non si può, nella nostra storia”.

 

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Una riflessione che affonda nel passato, ma parla al presente. “L’indifferenza – ha aggiunto – ha generato la violenza della deportazione degli ebrei. Per questo in Italia dovremmo avere un senso di colpa più forte, una cautela maggiore quando si parla con chi rappresenta la comunità ebraica”. Il riferimento è all’ormai celebre scontro tra Enzo Iacchetti e Eyal Mizrahi, presidente della Federazione “Amici di Israele”, avvenuto in diretta televisiva nel talk di Bianca Berlinguer. La trasmissione, dedicata al conflitto israelo-palestinese, ha visto un acceso confronto tra i due ospiti, ma i toni sono presto degenerati in un violento alterco. Iacchetti, intervenendo contro l’operato di Israele a Gaza, ha parlato apertamente di “genocidio”, accusando lo Stato ebraico di colpire civili e bambini. Mizrahi ha reagito con durezza, difendendo Israele e contestando cifre e interpretazioni. A quel punto lo scontro è esploso. Dopo che Mizrahi ha dato a Iacchetti del “fascista”, l’attore ha perso il controllo. “Pezzo di me*a, str**o, ti prendo a pugni”, ha urlato rivolto al suo interlocutore. Un momento di caos che ha costretto la conduttrice a interrompere la trasmissione per mandare la pubblicità. Il giorno seguente, Iacchetti ha scelto di non scusarsi, anzi. In un post su Instagram ha definito Mizrahi “bugiardo, provocatore e ignorante”, affermando che rifarebbe tutto da capo: “Se tornassi in quella trasmissione direi esattamente le stesse parole”, ha scritto. Parole che hanno diviso il pubblico, tra chi ha appoggiato il suo sfogo e chi invece ha condannato con fermezza la perdita di controllo.

 

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Anche Mizrahi ha replicato, spiegando che il suo “fascista” non voleva essere un insulto, ma una definizione politica di un atteggiamento autoritario. “Dire che non deve esserci contraddittorio è un’espressione tipica del pensiero fascista”, ha ribadito. Nel suo intervento radiofonico, Adinolfi è tornato anche sulla preparazione culturale dell’attore. “Iacchetti ha detto molti sfondoni storici – ha affermato –. Non aveva gli strumenti per affrontare un discorso così delicato e complesso. Un personaggio pubblico, specie se noto per essere stato un volto di Striscia la Notizia, dovrebbe sapere che la forza mediatica che ha può diventare pericolosa”. E poi un monito più generale: “In un Paese come l’Italia, che ha partecipato alle leggi razziali, che ha voltato lo sguardo durante le deportazioni, l’antisemitismo non può tornare a essere un sottinteso nei dibattiti. Neanche quando è camuffato da indignazione politica”. Quanto accaduto a “È sempre Cartabianca” apre un interrogativo più ampio sul ruolo della televisione nel raccontare conflitti così divisivi. L’informazione è diventata spesso teatro di urla, slogan e aggressività, dove il confine tra confronto e scontro sembra sfumare. Il caso Iacchetti–Mizrahi lo dimostra con chiarezza: dietro un presunto dibattito, si è consumata una scena che molti hanno vissuto come un’aggressione verso una persona non solo per ciò che ha detto, ma anche per ciò che rappresenta. Una comunità, una storia, una memoria. Come ha ricordato Adinolfi, “il 90% degli ebrei italiani, se fosse stato davanti alla tv, avrebbe difeso Mizrahi. Perché non era solo lui a essere insultato. Era la sua identità, la sua storia, la sua memoria a essere colpita”.