Numeri mai visti per il corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Padova. Su 1.150 posti disponibili, si sono presentati solo 744 studenti: significa 35% di banchi vuoti. Se lo scorso anno i nuovi iscritti erano 900, oggi l’università deve fare i conti con un calo secco di 156 matricole. A Treviso, sede distaccata di Padova, la situazione non migliora: 148 iscritti a fronte di 200 posti. Il dato si inserisce in un quadro regionale preoccupante: anche Verona arranca con appena 503 iscritti su 974 posti. Complessivamente in Veneto le immatricolazioni in Infermieristica segnano –40%.
«Nei prossimi quattro anni la sanità veneta rischia di sprofondare con 9.000 professionisti mancanti» avverte Guerrino Silvestrini, referente Nursing Up Veneto. «Il tema salariale resta cruciale. Chiaro è che la questione del blocco delle progressioni di carriera per l’area infermieristica, è una grave questione aperta. Chiediamo anche il ripristino delle borse di studio per i tirocini, che consentirebbero di gratificare i giovani e alleggerire le famiglie».
Secondo Silvestrini, il problema non è solo attirare nuovi studenti, ma anche trattenere chi già lavora: «Nella sola Ulss 2 ci sono 180 lavoratori che non avanzano di una fascia da oltre dieci anni. I 700 mila euro stanziati per i Dep sono una miseria per l’Ulss di Treviso, che conta 8.000 dipendenti».
A rendere lo scenario più cupo è la demografia: «Solo in Veneto, da qui al 2030, gli over 65 arriveranno al 30% della popolazione, con 243.000 anziani in più. Oggi il rapporto è di 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro i 9 della media europea. Come sarà possibile garantire assistenza?» si chiede Silvestrini.
Oggi in Veneto mancano già oltre 5.000 infermieri, e i posti universitari non bastano a colmare il divario. Tra prospettive economiche scoraggianti e condizioni lavorative proibitive, la professione rischia di perdere ulteriormente di attrattiva.
«Purtroppo i segnali che stanno arrivando dalla Regione e dalle Aziende Sanitarie non sono per nulla incoraggianti» conclude Silvestrini. «I contratti non danno risposte, la liberalizzazione dell’attività libero-professionale non si vuole attuare, e la pressione sulle Ulss cresce senza essere valorizzata».
Il risultato è che, mentre gli studenti scelgono sempre meno Infermieristica, gli ospedali di Padova e del Veneto rischiano di restare senza uno dei pilastri fondamentali dell’assistenza sanitaria.