La nuova provocazione di Putin alla Nato, ieri
(Elena Tebano) C’è stata una nuova provocazione della Russia nei confronti dell’Europa e della Nato: ieri tre jet militari di Mosca — i famigerati Mig — hanno violato lo spazio aereo dell’Estonia, membro della Nato, volando nel suo spazio aereo per 12 minuti in un’incursione che il governo estone ha definito «senza precedenti».
È avvenuta pochi giorni dopo che nella notte tra il 9 e il 10 settembre più di 20 droni russi sono entrati nello spazio aereo della Polonia. E dopo che un altro drone ha sconfinato nei cieli della Romania.
I Mig russi, che avevano spento i transponder (i dispositivi che ne permettono l’identificazione) e non avevano presentato piani di volo, sono stati allontanati dall’intervento di caccia F-35 dell’Aeronautica Militare Italiana, schierati in Estonia nell’ambito della missione Nato di sorveglianza dell’area baltica «Baltic Air Policing».
L’Estonia, come già la Polonia, ha subito chiesto alla Nato di avviare consultazioni ai sensi dell’articolo 4 del trattato dell’alleanza (quello che prevede che gli alleati si consultino ogni volta che il territorio, l’indipendenza politica o la sicurezza di uno di essi sono minacciati).
Accade di frequente che aerei da guerra russi volino troppo vicino allo spazio aereo dei Paesi Nato nel nord-ovest dell’Europa, ma di rado attraversano i confini. E gli sconfinamenti delle ultime settimane sono visti come una provocazione da parte del presidente russo Vladimir Putin.
Quello di ieri è avvenuto mentre a Bruxelles la presidente della Commissione Ursula von der Leyen annunciava la proposta del 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia e mentre a Copenaghen i ministri finanziari dell’Eurozona discutevano con la presidente della Bce Christine Lagarde dell’ipotesi di un «prestito di riparazione» all’Ucraina finanziato con i proventi degli asset russi congelati (quest’ultima al momento sembra lontana dal diventare realtà, per i dubbi di Paesi come l’Italia e della stessa Lagarde).
La Commissione ieri ha proposto di interrompere ogni acquisto di gas dal primo gennaio 2027, anticipando di un anno quanto già previsto a maggio. Nei giorni scorsi il presidente americano Donald Trump aveva subordinato la possibilità di introdurre nuove sanzioni a Mosca al fatto che la Ue smettesse in tempi più brevi di comprare energia russa. Ma si tratta di una proposta, appunto, che deve essere approvata dai 27 Paesi membri. E in passato i governi filo-russi di Ungheria e Slovacchia hanno bloccato o rallentato l’approvazione delle sanzioni costringendo la Ue a soluzioni al ribasso.
«Risponderemo a ogni provocazione con determinazione, investendo nel rafforzamento del fianco orientale» ha detto Von der Leyen dopo l’incursione russa di ieri. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha definito lo sconfinamento «un’altra provocazione inaccettabile» e ha annunciato che la «risposta collettiva» alle azioni della Russia sarà affrontata al vertice Ue a Copenaghen il primo ottobre. Per l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas, ex premier estone, l’incursione russa «contribuisce ulteriormente ad aumentare le tensioni nella regione».
Oltre che una provocazione politica, le incursioni russe potrebbero essere un modo per testare la capacità di risposta europea e della Nato. La Polonia, che dispone di forze di difesa tradizionali, ha dovuto spendere ingenti risorse per abbattere i droni russi e ne ha tirati giù meno di quanto riesce a fare usualmente l’esercito ucraino con le dotazioni tecnologiche che ha sviluppato durante la guerra contro la Russia.
Qui Marta Serafini racconta le ipotesi di manovra e di risposta in caso di attacchi russi sul fronte Est dell’Europa. Qui invece Francesco Verderami fa il punto su come la Ue e l’Italia stanno aggiornando la loro capacità di difesa.
Quanto alla Nato, il timore di tutti è che Trump non sia più disposto a schierare con decisione gli Stati Uniti a difesa dell’Europa. E il fatto che ieri non abbia reagito in alcun modo agli sconfinamenti russi preoccupa gli alleati.
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