L’allenatore nerazzurro presenterà la gara di domani sera al Meazza rispondendo alle domande dei giornalisti ad Appiano Gentile

Daniele Vitiello
Daniele Vitiello
Redattore/inviato 

La vittoria in Champions League contro l’Ajax è servita a riportare il buonumore in casa Inter. Ora, però, bisogna fare altrettanto in campionato. Domani al Meazza arriva il Sassuolo, reduce a sua volta dal successo contro la Lazio: inutile sottolineare quanto sia importante per i nerazzurri mettere le mani sui tre punti dopo le sconfitte contro Udinese e Juventus. Di questo parlerà Cristian Chivu in conferenza stampa ad Appiano Gentile. Qui le sue dichiarazioni, raccolte dall’inviato di Fcinter1908.it.

Quanto la maturità farà la differenza?

“La maturità abbinata alla concretezza, al gioco e a capire i momenti per poi portare a casa l’obiettivo e il risultato”.

Dopo questo inizio di campionato e le critiche, sei andato avanti per la tua strada. Ti piace il ‘rumore dei nemici’?

“Ho mille altre cose a cui pensare, perché fa comodo ed è sempre stato di attualità. Tiro avanti per la mia strada, non guardo in faccia a nessuno. Sono molto preso da quello che dovrei fare, per convincere i ragazzi che la squadra merita di essere difesa perché è forte e lo ha fatto vedere. Fino a marzo tutti parlavano dell’Inter, nel mondo non solo in Italia, poi qualche disgrazia ci ha fatto dimenticare che erano forti. Capisco le delusioni e quello che devi subire in determinati momenti della stagione, ma questa squadra ha fatto una grande stagione e ha attributi e qualità. Ci sono mille altri aggettivi per descriverla che mi permettono di stare sereno e di preoccuparmi solo di tirar fuori il massimo che loro hanno”.

“Lautaro oggi si è allenato con noi, si è messo a disposizione così come aveva fatto anche mercoledì nonostante non fosse al massimo. Il capitano deve far questo, lui capisce i momenti non semplici della squadra. Non ha mai pensato di tirarsi indietro, neanche mercoledì quando non riusciva neanche a camminare. Sono sicuro che avrebbe anche giocato se ci fosse stato bisogno. Ha fatto terapie per due giorni, si è allenato al meglio e domani è a disposizione”.

Gioca Lautaro? Gioca Martinez al posto di Sommer?

“Sto pensando a gare anche io un giochino. Un Martinez giocherà”.

“Non esistono partite facili. Bisogna essere pronti, loro possono di sicuro rappresentare un’insidia”.

Pio se non gioca Lautaro?

“Qualche punto interrogativo ve lo devo lasciare. Pio sta facendo bene, è un ragazzo che ha qualità e tanta fame. Sa dove si trova, mi piace il modo in cui si presenta tutti i giorni in allenamento. Lo fanno anche i suoi compagni di reparto, mi fa piacere avere a disposizione questi giocatori”.

I ‘vecchi’ ti stanno dando risposte migliori anche in allenamento?

“La meritocrazia è il primo criterio su cui baso le mie scelte. L’undici è sicuramente importante, ma sono ancora più importanti i cambi perché spostano l’andamento e il risultato di una partita. E’ successo a Torino, quando l’abbiamo ribaltata coi cambi, poi purtroppo è finita in quel modo. Vorrei premiare l’atteggiamento della squadra che si allena in quel modo. Il valore di un giocatore non è dato da chi parte titolare e chi entra dopo. Apprezzo questo. Prima o poi sanno tutti che avranno modo di giocare dall’inizio o di subentrare”.

Calhanoglu sembra in crescita costante.

“Il ritmo mancava a lui, come a Bisseck e Frattesi che avevano avuto problemi sul finale della scorsa stagione. Non è mai semplice rientrare in una squadra che intanto ha fatto la preparazione. Prima o poi toccherà anche agli altri giocare. Calhanoglu è importante perché la crescita sua e il valore che dà in campo è fondamentale”.

Luis Henrique e Diouf a che punto sono?

“Avremo modo di vedere anche loro. Le partite che abbiamo giocato finora non ci hanno permesso di fare un certo tipo di cambio. Ho la mia visione e mi prendo la responsabilità su ciò che accade. Ho però la sensibilità su certe cose, loro hanno i loro meriti e prima o poi toccherà anche a loro giocare”.

“Andy è più una mezzala, anche se è predisposto a fare il mediano in un centrocampo a due. Da play non ho ancora avuto modo di verificare. Luis Henrique può giocare a destra o a sinistra, ma non mi è dispiaciuto neanche da mezzala a Monaco quando siamo rimasti in dieci. Ha superato il momento di difficoltà avuto all’inizio, sta facendo buone cose e avrà anche lui modo di farsi vedere”.

Come si allenano la motivazione e la mentalità?

“La motivazione e la mentalità sono importantissime soprattutto in un gruppo come questo, che ha bisogno di certezze e di sostegno. C’è bisogno di una curva che incoraggi la squadra. Qualcuno potrà dire che sono dei campioni e certe cose dovrebbero essere automatiche, ma anche loro sono esseri umani, hanno problemi e una sensibilità. Hanno anche dei difetti, sono essere umani. Bisogna sostenerli, convincendoli che la motivazione e la mentalità sono fondamentali. Lo sanno bene, ma possono fare di più”.

Troppe aspettative su Pio Esposito?

“Pio è un ragazzo eccezionale, lo dico perché lo conosco da piccolo. Capisce tanto di calcio. Ha avuto questa esplosione di crescita in altezza, ma a livello mentale è sempre stato così. E’ migliorato in tante cose, anche nel capire quali sono i suoi limiti e come può superarli. Il mio pensiero su di lui l’ho espresso sempre. Doveva dimostrare di meritare di stare nell’Inter e lo ha fatto al Mondiale. Il posto se lo è meritato senza che io incidessi nelle decisioni. Lo ha fatto vedere a tutti, anche al gruppo di ragazzi che gli vuole tanto bene”.