Solo Mennea e Panetta prima di lei avevano fatto doppietta in un Mondiale. E con l’impresa di StraordiNadia l’Italia dell’atletica firma il record di medaglie di sempre
L’ha rifatto! Ecco un’altra meraviglia, la seconda che Nadia Battocletti regala all’Italia ai Mondiali di Tokyo. Chapeau! Cambia il colore della medaglia, dall’argento nei 10000 si passa al bronzo dei 5000, ma poco importa. StraordiNadia, con la sua doppietta, entra nella storia dello sport italiano. Prima di lei solo due atleti azzurri erano riusciti a calare un bis nelle rassegne iridate: Mennea nel 1983 (argento 4×100 e bronzo 200) Francesco Panetta che nel 1987 vinse i 3000 siepi e fu secondo nei 10.000. Ma c’è di più. Perché ora sono sette le medaglie conquistate dalla nazionale guidata dal direttore tecnico La Torre, è il bottino più ricco di sempre, meglio di Goteborg 1995 quando furono sei. Più di così…
la gara—
Battocletti ha le idee chiare, una strategia precisa: stare sempre lì davanti per non farsi trovare impreparata davanti a eventuali attacchi di Chebet (campionessa olimpica, primatista mondiale dei 10000 e oro, davanti a Nadia, nei 5000 di Tokyo) e Kypiegon, una che vanta un palmares più lungo di un romanzo: campionessa olimpica dei 1500 a Rio 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024, cinque volte campionessa iridata (quattro volte nei 1500 ed una nei 5000). Poco da dire, le due keniane sono i fenomeni del mezzofondo del pianeta. Ma l’azzurra non si lascia intimorire, in pista non corrono i record e le medaglie. E lei lo sa bene, La gara, inizialmente, è tatticissima. L’azzurra resta attaccata al cordolo e si mette dietro alle americane Houlihan e Andrews che tirano il gruppo. Il passaggio al primo km è lento: 3’17”13. Il copione si ripete. Al terzo km è di 9’18”72. Ritmo blando, ma Battocletti è sempre lì tra le prime. Negli ultimi 800 metri, ecco che le keniane si accendono, ma all’ultimo giro è Nadia a provarci, ad accelerare. L’azzurra è in testa, prova a lasciare dietro Chebet e Kypiegon. Ma i suoi piedi da quattrocentista non bastano, le due keniane mettono le ali e la superano. Nadia, si guarda dal ritorno di Tsegay, e dà tutto negli ultimi 100 tanto che sembra poter prendere Kypiegon che taglia il traguardo per seconda (14’55”07), dietro alla fuoriclasse Chebet (14’54”36). Battocletti è terza (14’55”42) e firma il suo ennesimo capolavoro.
cuore e orgoglio—
“Non ci credo ancora. Poteva sembrare scontato vincere una medaglia dopo quella dei 10000 ma non è così, ve lo assicuro – commenta Nadia la sua gara ai microfoni Rai -. Essere qui è un sogno. le ho viste tante volte queste gare . Ieri mi sono detta: ‘Sai che c’è? Questa volta provo’. Ho pensato di stare davanti, non le posso lasciare davanti. All’ultimo giro dei 5000 si deve mettere fuoco. C’ho provato. Ero stanca in gara ma potevano esserle anche loro”. E poi ecco che le su parole si riempiono (giustamente) d’orgoglio: : “Sono fiera di me stessa e lo devo al mio staff. Due medaglie? Nemmeno nei miei sogni migliori pensavo di fare così tanto. Il sogno ora sono i Giochi di Los Angeles. Voglio continuare a crescere Nelle gare di mezzofondo il trono è dell’Africa, ma le cose possono cambiare”. Ma le cose già cambiate e il merito è tutto di StraordiNadia Battocletti.