Avrebbe dovuto essere una svolta: trasparenza, semplicità, accesso immediato ai propri dati sanitari. La cartella clinica elettronica (ePA), voluta con forza dall’ex ministro della sanità Karl Lauterbach (SPD), è stata ufficialmente lanciata alla fine di aprile per milioni di assicurati in Germania. Ma il quadro attuale è ben lontano dalle aspettative.
In teoria, l’ePA dovrebbe offrire un panorama più chiaro e organizzato dei dati terapeutici individuali. In pratica, però, milioni di utenti non l’hanno mai neppure aperta. Un’iniziativa nata per facilitare – e che invece sta generando frustrazione, confusione e, per molti, totale disinteresse.
Il monito dei medici di base
Markus Beier, presidente federale dell’associazione dei medici di base, non usa mezzi termini: “La cartella clinica elettronica per tutti rischia di fallire”. In un’intervista rilasciata al “Rheinische Post”, Beier ha puntato il dito contro i responsabili del progetto e in particolare contro le casse malattia.
Secondo lui, l’ePA ha un potenziale indiscutibile: se ben implementata, potrebbe migliorare in modo significativo l’assistenza sanitaria. Ma così com’è, non funziona.
Una tecnologia instabile e una burocrazia scoraggiante
Le criticità sarebbero troppe. Il processo di registrazione è complicato, lento, farraginoso. L’infrastruttura tecnica è fragile – soggetta a guasti, rallentamenti, blocchi imprevisti. Beier sottolinea che molti pazienti non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza della loro ePA. Le casse malattia, accusa, avrebbero il dovere (e le risorse) per informare efficacemente gli assicurati. Invece si limitano a inviare lettere generiche. Nulla che stimoli fiducia o partecipazione attiva.
Pochi utenti in tutta la Germania per la cartella clinica elettronica
I numeri sono impietosi. La Techniker Krankenkasse, la più grande cassa malattia pubblica tedesca, ha creato ben undici milioni di cartelle cliniche elettroniche. Quante sono effettivamente utilizzate? Solo 750.000.
La Barmer, invece, con 7,8 milioni di ePA create conta appena 250.000 utenti attivi. E non va meglio per l’AOK, che con 25,8 milioni di cartelle cliniche attive ha raccolto finora solo 200.000 attivazioni ID – requisito minimo per accedere al sistema.
C’è anche chi ha scelto consapevolmente di non avvalersi della cartella clinica elettronica e ne ha chiesto la diasttivazione sui sistemi della propria assicurazione sanitaria. Circa il 5% dei tedeschi assicurati pubblicamente ha rifiutato l’uso dell’ePA. È un dato non enorme, ma significativo, soprattutto se consideriamo che il sistema è stato introdotto con la formula “opt-out” – cioè viene attivato automaticamente, a meno di esplicita opposizione, per chi ha l’assicurazione pubblica. Per gli assicurati privati, invece, è stato necessario un consenso formale (“opt-in”) per l’attivazione. Una differenza di approccio che ha probabilmente influito sulla partecipazione.
Le responsabilità delle casse malattia: comunicazione inefficace e scarsa motivazione
Uno dei punti più critici messi in luce dall’associazione dei medici di base riguarda la comunicazione. Le casse malattia non stanno facendo abbastanza per coinvolgere attivamente i cittadini. Hanno budget amministrativi enormi – eppure, finora, li hanno spesi in gran parte per inviare informative generiche. Non ci sono campagne incisive, né supporto concreto al processo di attivazione. Nessuna spinta emotiva, nessun incentivo reale, nessuna fiducia costruita.
Allo stato attuale delle cose, uno dei progetti più ambiziosi della sanità tedesca degli ultimi anni sembra destinato a perdersi in un mare di inefficienze.
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