PADOVA – Il miracolo non è arrivato e il piccolo Mattia Restuccia, di 7 anni, ricoverato a Padova da venerdì pomeriggio dopo un terribile incidente, non ce l’ha fatta. Giovedì 18 settembre avverrà l’espianto degli organi, già autorizzato dalla madre. Poi si potrà dare sepoltura al bambino.

L’incidente costato la vita al piccolo Mattia è avvenuto attorno alle 17 di venerdì scorso ad Adria, al semaforo che si trova all’incrocio tra le vie Peschiera ed Emanuele Filiberto. Per cause ancora al vaglio della Polizia locale adriese una Saab nera, condotta da un 65enne cavarzerano e diretta verso Rovigo, ha investito la mamma, 47enne G.R., che in quel momento era in sella a una bicicletta col trasportino nel quale era seduto Mattia.

I primi rilievi degli agenti della Polizia locale adriese hanno fatto emergere che lo scontro è avvenuto fuori dalle strisce pedonali. Le indagini hanno fatto emergere come la Saab fosse sotto sequestro amministrativo per delle precedenti infrazioni del 65enne, guida senza patente, ed inoltre l’auto era priva di assicurazione. Ora quasi certamente il 65enne dovrà rispondere di omicidio stradale. Lo scontro, molto violento, ha fatto cadere rovinosamente a terra la donna e il figlio, che nell’impatto con l’asfalto ha avuto la peggio. Nonostante le cure e le operazioni chirurgiche, le lesioni riportate da Mattia si sono rivelate troppo gravi. Ferita, non gravemente, anche la madre, la 47enne adriese G.R.

La morte del piccolo Mattia colpisce una famiglia – originaria di Joppolo, nel vibonese – già alle prese con la scomparsa, avvenuta quattro mesi fa, del padre del bambino nonché marito della madre. Una vicenda che aveva molto fatto discutere la città adriese. L’uomo, Pasquale Restuccia, nel 2023 aveva dovuto lasciare la sua abitazione adriese perché non riusciva più a pagare l’affitto.

Andato a stare dalla madre di suo figlio, si era visto cancellare la residenza da parte del Comune di Adria per «irreperibilità accertata» durante un controllo a campione per il censimento. Partita la macchina burocratica Restuccia si era ritrovato, a termini di legge, senza fissa dimora e senza assistenza sanitaria. A quel punto si era rivolto al sindaco di Adria Massimo Barbujani ed ai servizi competenti. Dopo diversi mesi di carteggio e di istanze era riuscito ad ottenere la residenza ad Adria presso la casa comunale, lo scorso aprile. Un passaggio che gli aveva permesso di sposarsi con la madre di suo figlio lo scorso 9 maggio e di scegliersi il medico per curarsi, dato che nel frattempo aveva manifestato seri problemi di salute. Gli esami clinici cui si era potuto sottoporre avevano rivelato subito patologie oncologiche molto gravi, portandolo al decesso avvenuto all’Hospice dell’ospedale di Adria lo scorso 24 maggio all’età di 65 anni (corriere.it).