Coordinamento Intersindacale dei Laboratori di Analisi Siciliani a nome i Pietro Miraglia e del Ragusano Salvatore Battaglia ci manda questo comunicato nel quale si presenta un quadro preoccupante per quanto riguarda i servizi sanitari di questo genere.
Un recente decreto di determinazione budget che blocca le strutture in una posizione di
immobilismo; una mancata volontà politica di uscire dal piano di rientro; aggregati di spesa
iniqui che non tengono conto del reale fabbisogno sanitario regionale dei cittadini siciliani;
tariffe ridotte all’osso e totale assenza di interventi nell’ultima manovra finanziaria, stanno
soffocando il comparto
Una Sanità regionale, che a differenza di molte Regioni italiane, ha subito il blocco al 2011 di
finanziamenti destinati alla sanità convenzionata, mentre il finanziamento complessivo del
Servizio Sanitario Nazionale – e quindi anche la quota parte della Sicilia – dal 2011 al 2025
è aumentato di oltre 30 miliardi di euro.
La gestione della sanità regionale è stata caratterizzata dalla mancata capacità – o volontà
politica – di uscire da un piano di rientro per debiti pregressi, originati da un utilizzo
distorto delle risorse destinate all’assistenza sanitaria. Un piano di rientro che dura da 17
anni e che, da 17 anni, impedisce ai cittadini siciliani di poter esercitare pienamente il
diritto, sancito dalla legge, di scegliere il luogo di diagnosi e di cura, la libera scelta garantita
dalla legge, rispondendo con efficacia ed efficienza ai bisogni effettivi di salute. Un piano di
rientro che da fa da paravento a gestioni politiche della sanità molto orientate a
massimizare il consenso politico e molto poco verso i compiti istituzionali propri di una
sanità per la quale i cittadini pagano le tasse.
Secondo i rappresentanti sindacali, la mancata volontà del Governo regionale di fuoriuscire
dal piano di rientro è parte imprescindibile del problema: un’azione che mantiene
artificialmente bloccati gli aggregati di spesa e impedisce una reale programmazione
sanitaria, negando il riconoscimento del fabbisogno sanitario reale dei cittadini.Non una
necessità tecnica, ma una precisa scelta politica che sta soffocando la sanità siciliana!
Ulteriori criticità per le strutture di laboratorio convenzionate e contrattualizzate sono nate
il 31 dicembre 2024, con l’emanazione del nuovo nomenclatore tariffario nazionale che –
dopo 25 anni – ha ridotto le tariffe di oltre il 30% in media, con punte di riduzione superiori
all’80%.
Mentre tante altre Regioni, non sottoposte a piano di rientro, non solo non hanno accettato
di applicare le nuove tariffe a ribasso, ma hanno addirittura aumentato le proprie tariffe
regionali, indicizzandole e allineandole ai valori di mercato, la Sanità Siciliana e per essa il
Governo Regionale, ha tentato di porre rimedio con una misura legislativa che stanziava 15
milioni di euro per l’aumento tariffario, attingendo da fondi regionali. Una misura la cui
inadeguatezza legislativa, ampiamente nota e preannunciata,, è stata impugnata dal
Governo Nazionale e destinata ad essere abrogata dalla Corte Costituzionale, lasciando i
laboratori piegati non solo da aggregati iniqui, ma anche da tariffe sottocosto.
Le conseguenze derivanti dal sotto costo tariffario ricadono sia sulle strutture pubbliche
che su quelle private: per i laboratori privati accreditati significa lavorare in perdita e
rischiare il fallimento, mentre le strutture pubbliche – che hanno costi di produzione ben
più alti – non sono passibilli di fallimento, generando pesantissimi debiti che gravano sul
bilancio del Sistema Sanitario Regionale. Tra le criticità segnalate dai laboratori di analisi si
aggiunge la scelta del Governo nazionale di trasferire competenze professionali mediche
alle cosiddette “Farmacie dei Servizi”, dando loro la possibilità di eseguire esami al loro
interno, un vero e proprio “ esproprio proletario della professione laboratoristica” .Una
manovra definita > e uno >, dal momento
che i laboratori sono già capillari sul territorio e garantiscono copertura anche nelle aree
più disagiate. Ad aggravare lo scenario la recente, sconsiderata, decisione del Governo
regionale di aprire centinaia di punti prelievo pubblici, nonostante il divieto previsto dalla
normativa vigente e al di fuori di qualsiasi programmazione sanitaria.
Si tratta di uno spreco di risorse umane e di denaro pubblico, in violazione delle norme di
accreditamento rigidamente imposte alle strutture private.
spiegano i rappresentanti sindacali – sono presenti su tutto il territorio regionale,
garantendo al Sistema Sanitario Regionale costi nettamente inferiori rispetto al pubblico.
Aprire nuovi Punti prelievo pubblici significa duplicare servizi, disperdere risorse e gravare
ulteriormente sui bilanci della sanità , un totale sperpero di denaro pubblico..>> Secondo i
laboratori, questa strategia ha un chiaro disegno politico: azzerare il ruolo dei laboratori
convenzionati, decretandone di fatto una vera propria “condanna a morte” di un comparto
che da oltre cinquant’anni garantisce prestazioni tempestive, certificate e capillari.
«La convenzionata esterna è un pilastro del sistema sanitario – affermano – e consente
diagnosi rapide, referti certificati e costi più bassi per la Regione, eppure questo governo
regionale continua a ignorare il nostro ruolo.>>
oltre cinquant’anni è a fianco del SSR e dei cittadini, garantendo prestazioni capillari,
tempestive e certificate, sia oggi trattato come un ostacolo invece che come una risorsa».
Si tratta di una politica miope e affarista, che non ha alcuna riconoscenza per un comparto
che ha retto il Sistema anche nelle fasi più critiche e che oggi viene deliberatamente spinto
verso il collasso.>> «Noi non ci stiamo – dichiarano i rappresentanti dei laboratori – e
denunciamo pubblicamente questo sperpero di denaro pubblico e il disegno politico che
mira a cancellarci. Non permetteremo che un patrimonio di competenze, professionalità e
servizi venga smantellato nel silenzio generale». «Da mesi il nostro settore cerca invano
un dialogo con la Presidenza della Regione, senza ottenere alcuna risposta. È ormai
evidente il continuo rinvio e la mancanza di ascolto. Oggi rivendichiamo con
determinazione che le istanze dei laboratori di analisi vengano finalmente messe sul
tavolo. Se le istituzioni continueranno a ignorarci, saremo pronti a mettere in campo
una serie di azioni di protesta. Non accetteremo oltre l’indifferenza di queste
istituzioni!>>