Nuove informazioni circa l’assassinio dell’attivista Charlie Kirk, potrebbero essere emerse dopo un’attenta analisi del profilo Steam dell’assassino.
Il fatto che negli ultimi giorni è sulla bocca di tutti, in ogni parte del mondo e che ha portato alla mobilitazione di governi, con manifestazioni di piazza e minuti di silenzio, è sicuramente il genoci– l’omicidio, vigliacco e ingiustificabile di Charlie Kirk. Per quei pochi che ormai non avessero chiaro di chi si tratti: Kirk era un attivista americano filo-repubblicano, fondatore dell’associazione Turning Point USA che, oltre a portare avanti dibattiti e discussioni su varie tematiche sociali, ha più volte fatto percepire la sua presenza e il suo schieramento, come quando (tramite Turning Point) finanziò degli autobus colmi di persone, che sarebbero confluite tra gli assaltatori di Capitol Hill.
Omicidio Charlie Kirk: sotto sequestro l’account Steam dell’attentatore; il nickname potrebbe contenere un indizio importante! (player.it)
Già un attimo dopo l’omicidio di Kirk, in tanti avevano iniziato a sollevare delle supposizioni sull’assassino e sulle simpatie politiche, che lo avrebbero spinto a volersi disfare di Kirk. Tra interpretazioni fantasiose di frasi scritte su proiettili e una ricostruzione sommaria, rivelatasi poi falsa, non è comunque passato troppo prima che si riuscisse a delineare un identikit mediatica di Tyler Robinson (questo il nome del presunto assassino).
Un omicidio estremamente “internettiano”
Ciò che ha da subito attirato l’attenzione riguardo al killer, riguarda la sua vita “digitale”: Robinson infatti, come tanti ragazzi e ragazze, passava molto tempo delle sue giornate a navigare su internet, comunicando tramite Discord e assimilando meme, come quelli che sono poi stati riportati sui proiettili. Ma un dettaglio ulteriore, potrebbe rappresentare una sorta di manifestazione anteriore di volontà.
Proprio poche ore fa, sono entrati in scena i servizi segreti americani, il dipartimento Homeland Security. Una scelta che ha destato non poche domande, dato che al momento dell’assassinio, non vi fosse una connessione diretta con quest’ufficio. A far scattare la scintilla, è stato il rinvenimento del presunto account Steam di Tyler Robinson, che avrebbe scelto come nickname, quello del presidente degli Stati Uniti: Donald Trump.
Un omicidio estremamente “internettiano” (player.it)
Un account normalissimo, indistinguibile da mille altri: migliaia di ore di gioco, spalmate su Sea of Thieves, Deep Rock Galactic e Counter-Strike 2, con tanto di recensioni e oggetti cosmetici in inventario. La ricerca della connessione coi videogiochi, pare al centro dei pensieri di una certa fetta di membri del Partito repubblicano e della compagine di Governo, come ha dimostrato il Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti d’America, Robert F. Kennedy Jr che all’indomani dell’assassinio, imputava ai videogiochi una forte responsabilità nell’accaduto.
Steam al momento, si trova a vivere un momento complicato: proprio il mese prossimo, dovrà porgere testimonianza dinnanzi al Congresso americano, riguardo la radicalizzazione online, imputato di non aver contribuito alla moderazione dei suoi forum e delle recensioni. Al momento ovviamente, la “pista” videoludica, come giustificazione degli intenti di Robinson, appare abbastanza inconsistente, nonostante il riferimento a Helldivers 2 “Hey, Fascist? Catch!”, scritto su uno dei proiettili.