Nasce a due passi dal San Carlo, di proprietà della società Cliniche della Basilicata srl, e sarà inaugurato il 25 settembre
Si chiama Policura Hospital, la nuova clinica sanitaria polispecialistica privata, di proprietà della società Cliniche Basilicata srl. E’ stata costruita a fianco dell’ospedale pubblico regionale San Carlo. Sarà inaugurata giovedì 25 settembre. Dunque, è fatta. A due passi da un ospedale del servizio sanitario pubblico ci sarà un ospedale privato. Su questa iniziativa, abbiamo pubblicato un’inchiestaalla quale nessuno, dalla politica alle istituzioni, ha dato riscontro.
Come è di prassi in questi casi, il 25 settembre sarà il giorno del marketing, in cui i manager della società privata e ai medici specialisti già reclutati racconteranno alla stampa e agli esponenti delle istituzioni, le meraviglie della clinica. E naturalmente ci terranno a precisare che il Policura Hospital è “nato per integrarsi con la rete pubblica esistente.” Ed è certo che tutti i presenti confermeranno questa dichiarazione. E chi sarà il direttore sanitario dell’ospedale privato? Rocco MAGLIETTA. E chi è Rocco Maglietta? Già direttore della struttura complessa di Medicina Legale dell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza; già direttore generale dell’ASL n.5 di Montalbano Jonico; già direttore Generale dell’IRCCS – Crob di Rionero in Vulture; già direttore generale dell’ASM di Matera; già commissario con poteri di Direttore Generale dell’AO San Carlo di Potenza e poi direttore generale della stessa azienda. In ultimo direttore sanitario del Don Uva e quindi direttore sanitario della Cliniche Basilicata Srl. La vita professionale di Maglietta è tutta nel pubblico. Qui il curriculum
A leggere le loro dichiarazioni la clinica è, sostanzialmente in competizione con l’ospedale pubblico: “Policura Hospital nasce per rispondere alla crescente domanda di assistenza sanitaria qualificata, emersa con forza nell’ultimo decennio. La clinica è progettata per unire modernità, funzionalità ed efficienza: percorsi chiari, ampi spazi dedicati all’accoglienza e un’offerta specialistica di alto livello”. Come dire “noi vi diamo quello che il pubblico vi fa mancare”.
Tra le decine di strutture private accreditate o convenzionate per prestazioni di cura, di riabilitazione e di varie prestazioni sanitarie, abbiamo un ospedale privato non convenzionato a Lauria e adesso abbiamo un ospedale privato a Potenza, a due passi da quello pubblico. Quest’ultimo in parte convenzionato e in parte a domanda privata.
Ci dicono che soffriamo di una cronica carenza di medici e di infermieri eppure, in questa strutture private pare che il problema non esista. Perché? Assorbono professionalità dal pubblico. Soprattutto i poliambulatori specialistici. Medici che si dividono tra l’attività ben retribuita nel privato convenzionato e non convenzionato e l’attività “mal retribuita” nella sanità pubblica. Nel panorama generale riscontriamo anche episodi di politici locali legati, seppure indirettamente, a strutture private. E professionisti della sanità pubblica che si trasferiscono armi e bagagli dall’altra parte. Persino tra i banchi del Consiglio regionale si sono seduti e siedono “rappresentanti del popolo” che avevano e hanno interessi diretti o indiretti nella sanità privata. Esiste davvero la volontà di migliorare il servizio pubblico? Eppure, nonostante tutto, né il pubblico né il privato sembrano dare risposte ai tanti problemi che assillano i servizi per la salute in questa regione. Liste di attesa sempre più lunghe, qualità delle prestazioni spesso discutibili, migrazione verso altre regioni, manager e primari che rispondono direttamente ai loro referenti politici. Un sistema informativo sanitario mal funzionante.
Manca una programmazione che eviti i doppioni e le sovrapposizioni tra ciò che può e deve fare il pubblico e ciò che può e deve fare il privato. Dal lato pubblico abbiamo ospedali insicuri e soverchi, reparti e primari inutili; dal lato privato abbiamo imprenditori accecati dal profitto. L’unica logica accettabile è in un sistema che tuteli la salute e curi gli ammalati senza alcuna distinzione tra ricchi privilegiati e poveri cittadini mortali. La salute delle persone non può essere trattata come merce per il mercato degli interessi. E, diciamolo, manca soprattutto tanta onestà, senza nulla togliere ai tanti medici e operatori che si sacrificano oltre modo per tutelare quel che resta della sanità pubblica. Intanto, la clinica è pronta: un altro negozio nel “centro commerciale della salute”.