di
Barbara Visentin
Durante il concerto al Forum di Assago non è stata cantata la rima dedicata al campione di tennis
Nella fenomenologia di Fedez non sembra esserci spazio per le vie di mezzo. Come le pedane che, nei due concerti al Forum di Assago di venerdì e di sabato lo sollevavano prima in alto e poi in basso, tutto passa da un estremo all’altro, prima lo strepito e poi le lacrime, prima l’attacco e poi la ritirata, prima i litigi e poi gli abbracci.
L’ultima infornata di rime-contro-tutti, sparate un po’ a casaccio quasi non si sapesse precisamente dove colpire, l’importante è fare clamore, andava da Carlo Acutis a Elly Schlein, fino al passaggio in grado di accendere la miccia: «L’italiano ha un nuovo idolo si chiama Jannik Sinner / Purosangue italiano con l’accento di Adolf Hitler». Una strofa inedita che Fedez aveva presentato ai follower pochi giorni prima del doppio live milanese, come a voler innalzare l’attenzione, in maniera simile a quanto accaduto ad agosto, prima della sua esibizione al Red Valley Festival, in Sardegna, quando nella pesca a strascico delle sue barre caustiche erano finiti Elodie, Achille Lauro, Gianluca Gazzoli, Ilaria Salis e chi più ne ha più ne metta.
Il brano rivisitato, si è scoperto venerdì sera al concerto, è poi sempre lo stesso, «Tutto il contrario», già contestato parecchi anni fa nel testo originale per delle allusioni al coming out di Tiziano Ferro ritenute omofobe. Ma questa volta il rapper ha sentito il bisogno di spiegarsi e, anzi, di scusarsi, forse non tanto verso il campione di tennis, che non ha dato segno di accorgersi della faccenda, quanto verso chi non ha trovato particolarmente di buon gusto l’accostamento, fino ad arrivare a un esposto in Procura per istigazione all’odio razziale presentato da un consigliere comunale di Bolzano.
«Credo che se una roba non viene capita l’errore sia di chi l’ha scritta, quindi me ne assumo la responsabilità», ha spiegato Fedez, cenere sul capo, durante il concerto, evitando di eseguire le rime incriminate. «Come spesso faccio, avevo preparato delle strofe inedite, riscritto delle cose, e ci tengo a spiegare il ragionamento», ha detto, sottolineando di volerlo fare «parlando a viso aperto, cosa ancora più imbarazzante, e non da dietro uno schermo», come è solito fare trincerato dietro gli oltre 13 milioni di follower del suo Instagram.
«Nel brano prendo una tesi e la porto all’esasperazione, dico una cosa intendendone il contrario. Dico anche “Sono d’accordo con Dell’Utri/ La mafia non esiste”, ma ovviamente non lo penso affatto — ha proseguito —. Quindi volevo prendere il paradosso, e mi è riuscito malissimo, degli atleti che nascono e crescono in Italia, ma spesso non vengono considerati italiani per il colore della pelle e applicarlo al più grande sportivo che abbiamo in Italia. Non ci sono riuscito e tutto quel che posso fare è chiedere scusa».
La folla lo applaude e lo incoraggia. Perché, va detto, nonostante le dinamiche non chiare di rivendita dei biglietti messe in luce da Selvaggia Lucarelli e a dispetto dell’incauto vantarsi già a giugno di un sold out «praticamente doppio», quando sulla data di ieri posti vuoti ne restavano parecchi, venerdì il palazzetto era effettivamente pieno.
E il pubblico di Fedez ha accolto il suo «ritorno a casa», a 10 anni dal primo Forum, abbracciando il grande palco rettangolare che tagliava in diagonale il parterre, ripercorrendo i brani più significativi della sua discografia, commuovendosi per «Prima di ogni cosa» dedicata a «Leo e Iaia», i figlioletti Leone e Vittoria presenti alla serata, trepidando infine quando la voce del rapper si è spezzata in un riferimento alla ex moglie Chiara Ferragni su «Allucinazione collettiva»: «I nostri racconti vanno avanti, ma la storia non si cancella, non rinnegherò mai una storia che ha dato vita ai nostri figli».
Niente rime cattive: c’è il Fedez buono sul palco del Forum, quello vulnerabile e autoironico. Almeno fino al prossimo dissing e fino alla prossima sparata. Almeno finché il meccanismo non si spezza e il saliscendi non verrà a noia.
21 settembre 2025
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