Dopo un lungo e articolato lavoro congiunto tra Regioni e Governo, il Comitato di settore Regioni-Sanità ha approvato l’atto di indirizzo che definisce il quadro finanziario e le linee guida per il rinnovo contrattuale della dirigenza sanitaria per il triennio 2022-2024. Questo passo è essenziale per sbloccare la trattativa e garantire risposte tempestive a una categoria fondamentale per il sistema sanitario nazionale.

Le risorse economiche previste ammontano a circa 36,4 milioni di euro a decorrere dal 2025, pari allo 0,22% del monte salari 2021. A queste si sommano fondi già stanziati dalla legge di bilancio 2024, oltre a specifici stanziamenti vincolati: 50 milioni per l’aumento dell’indennità di pronto soccorso, 50 milioni per quella di specificità medico-veterinaria e 5,5 milioni per l’indennità di specificità sanitaria non medica.

Tali fondi saranno ripartiti in modo proporzionale tra le varie componenti retributive, con interventi mirati e dall’immediato impatto, puntando a valorizzare al meglio le risorse a disposizione.

L’atto di indirizzo dedica particolare attenzione al sistema degli incarichi dirigenziali, con l’obiettivo di favorire l’ingresso e la valorizzazione dei giovani dirigenti sanitari. È prevista una crescita della retribuzione di posizione fissa e l’introduzione di obiettivi legati alla parte variabile della retribuzione, basati sulle valutazioni annuali delle performance.

Una novità importante riguarda la possibilità per i neoassunti specializzati di essere esonerati dal periodo di prova, evitando così la perdita di incarichi a tempo determinato già assegnati. Per gli incarichi di alta specializzazione e altissima professionalità è prevista una valorizzazione economica più consistente, legata ai risultati conseguiti e all’esperienza maturata.

L’atto ribadisce l’applicazione rigorosa delle norme sull’orario di lavoro definite dal contratto del 2024, rafforzando la responsabilità gestionale dei dirigenti nel programmare piani mensili e nel controllo delle eccedenze orarie.

Per quanto riguarda la pronta disponibilità, essa comprende anche l’attività svolta da remoto dopo una chiamata, senza introdurre nuovi strumenti ma regolando i tempi, le modalità e i compensi associati.

Sulle ferie, il contratto dovrà garantire una pianificazione omogenea, con soluzioni flessibili per smaltire eventuali arretrati, anche attraverso la fruizione ad ore, e la possibilità di utilizzare le ferie residue durante il periodo di preavviso, in linea con la giurisprudenza europea.

L’atto interviene anche sulla disciplina delle prestazioni aggiuntive, attribuendone la gestione al livello regionale, con l’introduzione di tetti annui aggiornati.

Una misura rilevante riguarda la ricostituzione del rapporto di lavoro, che non sarà più limitata all’ultimo ente datore ma potrà riguardare qualsiasi struttura del Servizio Sanitario Nazionale, purché entro cinque anni dalla cessazione. Questa novità favorisce il reinserimento di medici e dirigenti che hanno lasciato il servizio.

Va sottolineato come questo atto di indirizzo rappresenti un intervento ponte, finalizzato a sbloccare rapidamente il contratto 2022-2024 e a dare risposte nel breve termine, rimandando alla fase successiva 2025-2027 i temi di più ampia complessità. Sono già stanziate risorse per affrontare in futuro argomenti di maggior respiro e rilevanza strategica.

Marco Alparone, presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, ha ribadito l’impegno delle Regioni a procedere con rapidità e responsabilità, sottolineando l’importanza di valorizzare il lavoro della dirigenza sanitaria, pilastro fondamentale del sistema sanitario nazionale.

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