Acerbi, il rapporto con il papà

Francesco Acerbi racconta la sua carriera fuori dal campo, partendo da chi per primo ha creduto in lui, suo papà, che di calcio ne capiva pochissimo: «Papà voleva che facessi il calciatore, dopo che ha visto la mia passione e la mia bravura. Era molto severo, pretendeva molto da me. Non mi ha mai fatto arrendere e mi ha portato fino a dove sono oggi. Non gli ho mai detto “Ti voglio bene”. É un rimpianto che mi porto dietro, è un peccato. Se ne è andato quando io avevo solo 24 anni».

Aveva una malattia al cuore che lo ha portato via: «Ce lo aspettavamo perché i dottori ce lo avevano detto, ma quando accade non si è mai pronti. Più dura dopo la morte. L’ho visto in sogno e ci abbracciavamo. Mi sono svegliato, ho pianto due ore in bagno e poi sono sceso in campo a giocare».