La musica e i corpi delle donne. Un dibattito sempre acceso, figlio di una più ampia lotta sociale contro stereotipi di genere a dir poco obsoleti. Nella sua ultima intervista a La Repubblica, anche Ermal Meta ha voluto dire la sua a tal proposito, prendendo apertamente le difese di colleghe come Annalisa ed Elodie, spesso criticate per il loro modo di mostrarsi sul palco.
Le parole di Ermal Meta
Ermal Meta, tra i cantautori di spicco della sua generazione, non teme di prender posizione quando si parla di musica. Anche quando il dibattito si allontana da questioni puramente tecniche e si concentra sulla performance in sé. Perché quando sono le artiste donne a esibirsi, c’è sempre spazio per la polemica.
“Penso che le canzoni abbiano il potere di toccare parti dell’essere umano che altrimenti sono difficilmente raggiungibili. La musica va più in profondità, ma deve trovare un punto sensibile, qualcosa da toccare. Oggi forse c’è troppa semplicità nella musica”, ha detto nella sua ultima intervista a La Repubblica. Un discorso che il cantautore ha ampliato al modo “americano” di fare show e concerti, approdato anche in Italia ormai da tempo e forse non capito da alcuni.
“Un’altra filosofia”, spiega, aggiungendo però che “se lo fanno artisti stranieri lo accettiamo senza discutere, con gli italiani ci facciamo delle domande”. È a questo punto che Ermal Meta ha toccato un tasto “dolente”, esprimendo piena solidarietà alle colleghe: “Leggo speso commenti acidi nei confronti delle artiste donne. A volte non ci si rende conto di quanto sia difficile per loro in Italia: c’è sempre un po’ di grettezza nei loro confronti. Elodie e Annalisa vengono criticate perché usano il corpo: ma perché, Madonna o Dua Lipa non lo fanno? Io credo che le critiche nascano dal fatto che queste artiste hanno successo. E invece bisognerebbe portare un grande rispetto nei loro confronti perché hanno dovuto faticare il triplo”.
Elodie, Annalisa e le critiche alle artiste donne
Che a prender posizione sia un rappresentante della musica “al maschile” è tanto, e neanche così scontato. Sulle donne fanno subito presa critiche in merito alle loro scelte estetiche o al modo di presentarsi sul palco, quando parlando degli artisti uomini in genere non si solleva neanche un fiato.
Al di là dei gusti personali (assolutamente leciti, non ci devono piacere tutti, per forza), la libertà di espressione dovrebbe essere un principio base, in ogni ambito. Elodie, nominata da Meta, spesso ha dovuto rispondere alle critiche ed è sempre stata molto chiara sulla sua volontà di usare il proprio corpo come strumento e “manifesto” di libertà: “Sì, c’è bisogno di spogliarsi e usare il corpo come vogliamo… Il mio corpo è mio e come donna posso scegliere come utilizzarlo”.
Anche Annalisa non è esente dalle critiche. Negli ultimi tempi si sono visti i risultati della sua evoluzione artistica, proiettata verso un’immagine più sensuale e audace e questo cambiamento non è piaciuto a molti. Fa quasi sorridere che il suo ultimo brano, Maschio, parli proprio di “prendere possesso di un nuovo corpo”. A differenza di Elodie, Annalisa non si è mai addentrata in queste polemiche e ha risposto semplicemente continuando a occuparsi della propria musica.
Non sono le uniche ad aver parlato di una musica “viziata dal sessismo”. “A noi donne è concesso occupare spazio sul palco. Se invece si vuole ricoprire una carica diversa, niente da fare”, ha affermato ad esempio Ditonellapiaga. Per andare un po’ più “in alto”, persino la grande Björk ha dichiarato, senza troppi giri di parole, che il “mondo della musica è sessista”.