Un artista italiano con uno spettacolo composto di prove mozzafiato di escapologia in uno dei teatri più ambiti. Simone Gatti, illusionista di fama mondiale arrivato al successo anche grazie ad America’s Got Talent, ha da poco concluso la sua residency allo Stage 42 a New York. Prossima tappa Las Vegas. L’abbiamo incontrato, e ci ha raccontato perché questo spettacolo, un’esperienza mozzafiato creato da sapienti mani italiane, ha conquistato l’America
Milano e New York, in un pomeriggio di settembre, sono unite da un bellissimo sole: nella Big Apple sono le prime ore del mattino, dall’altro lato dell’oceano è pomeriggio. Lord Nil è immerso nel verde newyorkese, a pochi passi dal Chelsea Market, dove si trova il teatro che, fino a pochi giorni fa, ha ospitato Seven Deadly Sins, lo spettacolo che l’ha visto trionfare a Broadway. La nostra chiacchierata, però, inizia dalla fine di questa avventura. O meglio: chiedo subito a Lord Nil come ci si sente al termine di un viaggio così ricco e intenso come quello che ha vissuto proprio lui con il suo show. A volte se ne esce arricchiti, in altre occasioni stanchi ma felici. Chissà cosa sta provando lui in questi giorni, mentre gli attrezzisti stanno togliendo le strutture di scena di uno spettacolo che a breve si trasferirà per un po’ a Las Vegas. Lui non ha dubbi e dice subito: “Quando si arriva alla fine ti rendi conto di quello che hai fatto. Prima quasi non sei autorizzato a emozionarti, non bisogna far trasparire nulla. Non mi sento mai svuotato alla fine di ogni avventura: cerco, però, di capire se quello che ho fatto è stato utile, se è stato fatto bene e soprattutto se potrà accadere nel futuro. Mi concentro su quello, e cerco di processare quello che ho vissuto”.
“Questo spettacolo è stato un rischio. La risposta positiva del pubblico? Quasi inaspettata”
Uno spettacolo che è andato molto bene, quindi credo tu sia molto felice, aggiungo. La risposta di Lord Nil mi fa molto sorridere, ma è quello che succede sempre agli artisti: “Io non l’ho ancora visto! A breve mi metterò tranquillo e lo guarderò, osservando ogni minimo dettaglio (sorride). Sì, è andato molto bene, quasi inaspettato. È stato un rischio enorme perché abbiamo debuttato a Broadway. Lo show esisteva già da tempo, ci stavamo lavorando da circa due anni e mezzo… ma è proprio qui che ha debuttato. L’idea iniziale era di andare a Las Vegas, ma quando si è aperta la possibilità di venire qui ci siamo detti: Ok, andiamo… e vediamo come reagisce il pubblico! Se va bene a Broadway, poi è tutto in discesa. Al contrario, se qui non viene apprezzato, beh… andiamo a casa. Sì, è stato un azzardo e lo sappiamo bene, ma è anche la storia di questo spettacolo”, spiega.
Un lungo viaggio, iniziato tanti anni fa
Parliamo anche del ruolo dei critici negli Stati Uniti, che se non apprezzano uno spettacolo non hanno timore a dirlo. “Ma ben vengano le critiche e i commenti: come fai a migliorare se nessuno ti dice cosa hai sbagliato?”, dice Lord Nil. Seven Deadly Sins, però, è stato molto amato dal pubblico e dagli esperti. Un progetto di due anni e mezzo, un lungo lavoro che non è ancora finito: “A dir la verità è iniziato ancora prima. Ho avuto la possibilità di andare all’estero e partecipare a degli spettacoli televisivi che mi hanno dato visibilità, soprattutto negli Stati Uniti. Io lavoro molto nell’escapologia, disciplina dell’illusionismo: mentre, appunto, lavoravo come escapologo e illusionista ho iniziato a immaginare uno spettacolo che ancora non si era visto. Ho capito che il momento era quello giusto, soprattutto per fare un passo in avanti in questo ambito, sia da un punto di vista valoriale ma anche di principi. Grazie all’aiuto dello psichiatra Matteo Rampin, che mi segue da molto tempo, abbiamo applicato i principi dell’escapologia (ovvero cosa percepisce il pubblico quando guarda lo spettacolo) alla medicina. E realizzato dei macchinari per fare questo show. Cinque anni di lavoro, tanti anni di prova e poi il debutto a New York. E il viaggio continua!”, aggiunge Lord Nil.
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Le parole del pubblico, e la prossima tappa a Las Vegas
Il suo spettacolo è stato definito the most dangerous show, ovvero il più pericoloso. Ma Simone Gatti, nome all’anagrafe di Lord Nil, che ha un team tutto italiano che lo segue e a cui si affida completamente, guarda sempre a quelle che sono le emozioni che riesce a trasmettere al pubblico: “Sai, è sempre bello quando chi viene a vederti poi condivide ciò che ha provato. Un ragazzo in carrozzina una sera mi ha detto che, vedendo il mio show, tanta era l’emozione che gli è sembrato di riavere le gambe. Quando ascolti parole come queste ti senti felice, perché sai che hai fatto qualcosa di bello per gli altri. E mi ripaga di tutto, anche dei momenti in cui sono meno carico. Ma queste parole per me valgono tutto”. Il viaggio di Seven Deadly Sins prosegue a Las Vegas, e il sogno di portarlo un giorno in Italia c’è. Chissà quando potremo andare a vedere Lord Nil nel nostro Paese. Nel frattempo, però, perché le persone dovrebbero continuare ad andare a teatro per questo show? Lord Nil non ha dubbi: “Perché sei una persona curiosa, e soprattutto ti fai trasportare da quello che accade. Noi proviamo a regalare due ore di evasione, con l’augurio che alle persone piaccia quello che facciamo”. Il viaggio continua, e noi a Lord Nil non possiamo che augurare Buon vento.
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