Una violazione dell’articolo 21 della Costituzione. La decisione del Comune di Roma di rimuovere i manifesti sul decreto sicurezza affissi in città rappresenterebbe una negazione della libertà di espressione secondo la Lega. Non si placa la polemica a distanza tra il partito di Matteo Salvini e il sindaco Roberto Gualtieri. Dopo le segnalazioni di diversi cittadini, infatti, gli uffici comunali hanno chiesto la rimozione dei cartelloni, giudicati discriminatori, nei quali si vedono rom, persone di colore e “alternativi” pizzicati a borseggiare od occupare abitazioni.

La rimozione dei manifesti della Lega

Le immagini, create con l’intelligenza artificiale, sono state utilizzate dal Carroccio per pubblicizzare le novità contenute nel decreto sicurezza. I manifesti, però, violerebbero il regolamento comunale sulle ammissioni e, per questo vanno rimossi. Una scelta “puramente” tecnica, ha fatto sapere il Campidoglio in una nota diramata la sera del 26 luglio. Nonostante questa precisazione, però, la polemica politica si è accesa tanto che il dibattito si è esteso anche a livello nazionale.

Violazione dell’articolo 21

La Lega, in una nota, ha condannato duramente la scelta del Comune di Roma. “Secondo il Campidoglio – si legge – i manifesti sono da censurare perché nelle immagini create artificialmente ci sarebbero ‘una persona di etnia rom’ pizzicata a delinquere in metro e ‘una persona di colore, una di etnia rom e una persona ‘alternativa’ nel manifesto sulle occupazioni abusive'”. Il Carroccio si è appellato “al rispetto dell’articolo 21 della Costituzione -scrivono oggi dal partito di Matteo Salvini- : ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Il Campidoglio pubblichi le statistiche dei reati

Da qui la sfida della Lega al Campidoglio: “Pubblichi le statistiche sui furti in metro o delle occupazioni abusive. La Lega solleverà la questione in tutte le sedi istituzionali ed è pronta a manifestare per difendere la libertà di espressione” si legge ancora. Dalla Lega hanno poi aggiunto che “l’alternativa alle immagini artificiali è la pubblicazione di immagini vere”.

Presentata una denuncia

Intanto, il segretario nazionale e deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha annunciato di aver presentato “una denuncia alla Procura contro i manifesti affissi dalla Lega a Roma il 15 luglio: messaggi razzisti, discriminatori, lesivi della dignità umana”. Dopo aver descritto i manifesti, “una donna rom raffigurata come ladra, un uomo nero come occupante abusivo, un ragazzo con i dread come criminale ambientale”, Magi ha evidenziato come questa sia “una propaganda d’odio. Una comunicazione costruita per istigare paura e disprezzo verso le minoranze. Non resteremo in silenzio mentre si legittima l’odio dalle istituzioni. Difendere la democrazia oggi significa fermare il razzismo di Stato”.

Manifesto Lega ultima generazione

Inoltre, anche l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma, Tobia Zevi, ha preso posizione sulla vicenda: “Accostare in modo selettivo – e per lo più su base etnica – immagini di cittadini e cittadine alla criminalità e all’abusivismo, come ha fatto la Lega con questi manifesti, è un’operazione ignobile che alimenta stereotipi, paura e odio – ha scritto in un post – a Roma non c’è spazio per questa propaganda. Credo pienamente nella decisione di rimuoverli: non è censura, è rispetto delle regole, della Costituzione e della dignità umana. Il razzismo non è un’opinione legittima. E Roma è una città aperta, che ogni giorno, con impegno e non poca fatica, combatte le disuguaglianze seriamente, con politiche inclusive”.