Primo ospite della nuova stagione di Da Noi… A Ruota Libera, Gabriel Garko ha aperto il cuore al pubblico, ripercorrendo il proprio percorso tra palcoscenico, sacrifici e vita privata.
In tv ha rivelato di aver cambiato il proprio nome all’anagrafe, lasciando che i genitori lo scoprissero solo durante il Festival di Sanremo del 2016.
Le motivazioni
Una scelta dettata dalla praticità e dal mondo del lavoro: «Per i contratti e le carte d’imbarco era più semplice, e per tutti ora sono solo Gabriel Garko e non più Dario Oliviero».
Parlando della sua esperienza a Ballando con le Stelle, Garko ha raccontato: «Sono riuscito ad andare avanti grazie a Giada Lini, dopo gli infortuni. Credo che quell’episodio sia stato comunque utile a far emergere tratti del mio carattere che nessuno conosceva. Il ballo è terapeutico, ti aiuta a conoscere il tuo corpo. Dopo l’infortunio che mi ha portato in sala operatoria, il pubblico ha visto le mie fragilità ma anche la mia determinazione a tornare in pista. L’amicizia con Giada, celebrata con una sorpresa in studio, dimostra che oltre il ballo resta il valore dei rapporti autentici».
A Ballando
Poi, rivolgendosi direttamente a Francesca Fialdini, prossima concorrente dello show, le ha lasciato un invito pieno di entusiasmo: «Francesca, adesso tocca a te… divertiti!».
Il racconto si è spostato quindi sui sacrifici legati al successo: «Forse sapevo già che la carriera mi sarebbe costata molte rinunce. Dissi: ‘Sono pronto a sacrificare la vita sentimentale per la carriera’. L’ho fatto e lo rifarei, ma era una prigione. Per anni ho vissuto la mia carriera solo come un lavoro, senza rendermi conto della fama: ero stato ingabbiato in un ruolo».
Infine, una riflessione sul rapporto con il pubblico e sull’immagine costruita negli anni: «Ho interpretato quasi sempre ruoli da cattivo, e li ho amati proprio perché lontani da me. Nella vita, invece, sono fondamentalmente un buono, uno che dà a tutti una possibilità. Ma le delusioni non sono mancate: col tempo ho capito che spesso la gente non mi guarda come persona, bensì come personaggio, da cui c’è sempre qualcosa da pretendere».
Ultimo aggiornamento: domenica 21 settembre 2025, 20:07
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