I video messaggi di Martina Oppelli a Giulio Golia saranno trasmessi da Le Iene in un servizio di Francesca Di Stefano, in onda stasera, domenica 21 settembre su Italia 1. La trasmissione riprende il tema del fine vita a pochi giorni dalla legge approvata in Sardegna, e ancora in attesa di una legge nazionale.
Laura Santi e Martina Oppelli, entrambe affette da una grave forma di sclerosi multipla, quest’estate hanno scelto di accedere al suicidio assistito lasciando un’ultima testimonianza e usando il proprio corpo e la propria vita in favore della lotta per una legge nazionale sul tema. Oppelli ha anche inviato una serie di video-testamento a Giulio Golia, registrati prima in casa e poi durante il viaggio verso la Svizzera.
L’inviato delle Iene ha incontrato Martina Oppelli la prima volta lo scorso marzo e ha raccontato all’Italia la sua storia. Ammalata da tempo ormai tetraplegica, Oppelli si batteva da tempo per ottenere il suicidio assistito nel suo paese, ma per tre volte aveva ricevuto un diniego. Si è quindi dovuta rivolgere a un centro in Svizzera.
I messaggi
Questo il primo video-messaggio di Martina, inviato pochi giorni prima di partire: “Ciao Giulio, come vedi sono molto diversa da quando ci siamo conosciuti. Nel 2018 ho iniziato a dire che sarebbe stato bello morire in primavera, ascoltando il silenzio dei fiori, perché un fiore non fa mai rumore, sboccia, fiorisce e poi muore. Così, nessuno se ne accorge. Ho ricevuto, invece, un altro diniego, io che ci speravo. Come vedi non sono più truccata, acconciata e ben vestita, non ho più l’energia. Me ne vado, sai. Non posso dirti quando ma io parto, vado all’estero. Me ne vado e vado in Svizzera. Benché io stia ancora facendo la quarta rivalutazione e i medici siano già venuti, ma io non ce la facevo più. Ti ricordi che ti dicevo che i soldi si trovano anche per una che è “pezzente” come me, mi sono indebitata e l’ho fatto. Muoio povera, ho vissuto da povera ma mi sentivo ricchissima, di spirito e di resistenza. È un po’ difficile volare via così. Non so più se mi sento un albatros coraggioso o forse più un colibrì, un coloratissimo colibrì che resta immobile facendo una fatica terribile a roteare con le sue alette così delicate, immobile davanti a un fiore, per succhiarlo fino all’ultima goccia di linfa vitale. È questo il mio messaggio. Non bisogna mai fare scelte avventate, per questo dico, anche ai giovani, ai neo diagnosticati, provate, non arrendetevi subito, succhiate fino all’ultima goccia vitale di questo splendido mondo che ci è stato donato. Il fine vita va accettato, va affrontato. Guardatemi così come. Eccomi, con tutte le rughe dei miei 50 anni suonati, però il sorriso dal viso non me lo toglieranno mai. Ciao a tutti.”.
Qualche giorno dopo, Giulio Golia ha ricevuto da lei un altro videomessaggio, mentre si trovava ormai in viaggio verso la Svizzera: “Ciao Giulio, sono in viaggio, siamo quasi arrivati in Svizzera. Sono l’ennesimo cervello che fugge all’estero, mentre tantissimi sederi rimangono piantati saldi sulle loro poltrone. Sarebbe il caso si facesse subito una legge sensata sul fine vita, laica, che tenga conto di ogni dolore, di ogni situazione. Non si possono aspettare due anni, tre anni, per ricevere la soluzione. I “dissidenti” sono qui che mi supportano. Un abbraccio Giulio, ciao!”.