Oggi per molte città del mondo il clima in strada è diverso dal solito: meno traffico, pochi clacson e un’aria più respirabile. Non si tratta di un cataclisma, bensì della Giornata mondiale senza auto. Un appuntamento che si ripete ogni anno il 22 settembre con un intento simbolico ma importante per far riflettere tutti sull’apporto che il mondo dell’auto ha sull’ambiente e sulla qualità dell’aria.
La storia dell’iniziativa
Un’iniziativa che nasce negli anni 70, con il blocco della circolazione derivante dalla crisi petrolifera. Da allora l’idea si è trasformata in una ricorrenza ufficiale: ogni anno, il 22 settembre, cittadini, istituzioni e associazioni ambientaliste si uniscono per provare a immaginare città meno congestionate e più vivibili. Un appuntamento ufficializzato dal 1994, quando l’Unione Europea lanciò l’organizzazione “in città senza auto”. Un progetto che ha aumentato la sua cassa di risonanza di anno in anno anche in Italia, tanto che nel 2024, ben 71 città del nostro Paese hanno proposto diverse iniziative, tra passeggiate, incontri e manifestazioni sportive.
Il Car Free Day
Dal punto di vista urbano il “Car Free Day” si traduce in iniziative concrete: chiusura di alcune strade al traffico privato, potenziamento dei trasporti pubblici, spazi dedicati a biciclette, monopattini e pedoni. In molte città, il silenzio improvviso delle strade diventa quasi surreale, ma è proprio questo il senso: mostrare ai cittadini come sarebbe la vita senza il rumore costante dei motori. Gli effetti si percepiscono subito. L’aria diventa più respirabile, i livelli di polveri sottili calano e le persone riscoprono spazi urbani che normalmente appartengono solo alle auto. Certo, fermarsi per un giorno non cambia i numeri dell’inquinamento globale ma, come è successo durante il Covid, accende un faro su quanto la mobilità sostenibile possa migliorare la vita quotidiana di tutti.
Un numero di auto sempre in aumento
Al momento però i numeri non sono dalla nostra parte: le auto continuano a crescere di anno in anno senza sosta. Se si guarda al passato, nel 1950 al mondo c’erano circa 70 milioni di vetture. In pochi anni, nel 1994, il numero era già salito a 630 milioni, crescendo a un ritmo di 16 milioni di unità l’anno a partire dagli anni Settanta. Come spesso accade in questi casi la crescita diventa esponenziale, e con il crescere della popolazione siamo arrivati nel 2024 a un parco circolante tra auto, camion e autobus a circa 1,4 miliardi. In questo modo la cifra tonda dei 2 miliardi è attesa, guarda caso, proprio nel 2035, l’anno in cui in Europa non si potranno più vendere auto termiche.
Numeri che fanno impressione, soprattutto se tradotti in consumi ed emissioni: i veicoli attuali bruciano ogni giorno 37 milioni di barili di petrolio, cioè la metà del consumo mondiale. E i gas emessi dal traffico sono responsabili di quasi la metà dell’inquinamento dell’aria e di almeno un terzo delle emissioni di gas serra.
Le parole dell’organizzazione
Gli organizzatori del Car Free Day lo dicono chiaramente: l’obiettivo non è demonizzare l’auto, ma spingere i cittadini a cambiare abitudini per creare un ambiente migliore.
“Perseguendo principi ecologicamente e socialmente inclusivi, possiamo costruire ambienti stimolanti, belli, armoniosi e a misura d’uomo. Creando un habitat orientato alla mobilità pedonale e ciclistica, possiamo reintrodurre l’attività fisica nella vita di tutti i giorni. Possiamo rendere le mete più accessibili a bambini, anziani, poveri e disabili”.
È un messaggio forte che arriva in un momento cruciale: la transizione ecologica, tra incentivi e nuovi standard europei sulle emissioni, è ormai al centro del dibattito. La Giornata mondiale senza auto vuole ricordarci che il futuro della mobilità non è scritto nelle statistiche, ma nelle scelte che compiamo ogni giorno.