Una recente assemblea dell’Onu, con la partecipazione dell’ex presidente Usa Biden – Ansa
Una cerimonia dedicata all’80° anniversario delle Nazioni Unite oggi a New York apre la nuova sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu, ed al centro della riunione si troveranno subito le tensioni che circondano la questione palestinese e la guerra a Gaza.
Lunedì, vigilia dell’apertura del dibattito generale, il Palazzo di Vetro ospiterà infatti una conferenza che ha l’esplicito l’obiettivo di promuovere lo Stato di Palestina e che vedrà Francia, Regno Unito e Malta formalizzare il riconoscimento della Palestina come Stato sovrano.
Ieri, domenica 21 settembre, Gran Bretagna, Australia e Canada, insieme al Portogallo, hanno annunciato il riconoscimento formale dello Stato di Palestina, e oggi faranno lo stesso Francia, Belgio e altri Paesi. Altri, come la Germania, dovrebbero partecipare a sostegno della soluzione dei due Stati. Parigi ha comunque precisato che non aprirà rappresentanze diplomatiche sul territorio palestinese finché non saranno rilasciati tutti gli ostaggi ancora in mano ad Hamas, Non è prevista la presenza di persona del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, co-organizzatore ufficiale dell’incontro insieme a Emmanuel Macron, nonostante le pressioni del presidente francese. Per la Palestina si tratterebbe del momento diplomatico più importante dalla stagione degli accordi di Oslo, capace di imprimere un nuovo corso al dibattito sul conflitto israelo-palestinese.
Israele ha reagito con ira alla notizia degli ultimi riconoscimenti. Il presidente Herzog ha parlato di “giorno triste”. Il ministero degli Esteri israeliano, dal canto suo, ha condannato ufficialmente la dichiarazione “unilaterale” di riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di alcuni Paesi occidentali. “Israele respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento di uno Stato palestinese fatta dal Regno Unito e da altri paesi”, ha affermato il ministero. “Questa dichiarazione non promuove la pace. Al contrario, destabilizza ulteriormente la regione e mina le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica in futuro”, si legge in una nota. Il ministro di estrema destra Ben-Gvir ha ventilato “contromisure immediate”: il riconoscimento da parte di Regno Unito, Canada e Australia è “un premio per i terroristi assassini della Nukhba”, la forza di Hamas ritenuta responsabile dell’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. I media israeliani sostengono che il ministro alla Sicurezza nazionale intende sollevare la questione dell’annessione della Cisgiordania alla prossima riunione del governo. Ben-Gvir chiede “l’imposizione immediata della sovranità” in Cisgiordania “e lo smantellamento completo dell’Autorità palestinese”
L’Amministrazione statunitense di Donald Trump, che equipara il gesto a un sostegno al terrorismo, ha però deciso di negare i visti a circa ottanta funzionari palestinesi, compreso il presidente Mahmoud Abbas, citando motivazioni di sicurezza nazionale. Per la comunità internazionale si tratta di una violazione dell’accordo del 1947 che obbliga gli Stati Uniti a garantire l’accesso ai rappresentanti stranieri per le attività dell’Onu, e alcuni Stati membri hanno proposto di trasferire a Ginevra l’evento dedicato alla Palestina. Si tratterebbe di una svolta storica, perché l’Assemblea Generale è sempre stata legata indissolubilmente al Palazzo di Vetro. Ma la scelta di Washington non impedirà alla leadership palestinese di farsi sentire. Un voto dell’Assemblea ha infatti permesso a Mahmoud Abbas di intervenire da remoto, segno della volontà della maggioranza dei Paesi di non lasciare che Washington riduca al silenzio una delle parti.
Il riconoscimento della Palestina come Stato membro a pieno titolo resta però improbabile, perché richiederebbe il via libera del Consiglio di Sicurezza e un veto statunitense è praticamente certo. Tuttavia, i riconoscimenti bilaterali rappresentano un segnale forte. Macron ha guidato l’attuale campagna e, se gli eventi procederanno come previsto, quattro dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu riconosceranno la Palestina la prossima settimana. Ci si attende che Israele reagisca con forte opposizione diplomatica, denunciandoli come un favore ai terroristi e un ostacolo ai negoziati diretti. L’Assemblea Generale rischia di diventare dunque un banco di prova per il futuro stesso del sistema multilaterale attuale, mettendo in evidenza la crescente frattura tra Washington e una coalizione di Paesi europei e arabi su Israele.