Nuova ondata di disinformazione che ancora una volta arriva dalla sfera social, e non per la prima volta, perché si parla ancora della presunta morte di Massimo Ranieri. Una notizia falsa, rimbalzata con rapidità impressionante su Facebook, X e Instagram, al punto da diventare argomento di tendenza su Google, con centinaia di migliaia di ricerche concentrate in poche ore. A mettere la parola fine alla valanga di messaggi di cordoglio e incredulità è stata la figlia dell’artista, Cristiana Calone, che con un post comparso sui suoi profili ha chiarito la situazione: “La notizia della morte di mio padre è fake! Massimo Ranieri sta bene, grazie a Dio. E chi continua a mettere in giro queste notizie per suo tornaconto si dovrebbe vergognare”.
Da dove arriva la bufala
L’origine della falsa notizia si trova in un sito locale, che ha pubblicato un articolo dal titolo inequivocabile e, soprattutto, ingannevole: “Addio Massimo Ranieri, a 75 anni il fuoriclasse della musica italiana ci ha lasciato: ricorderemo per sempre i suoi successi. Non ce l’ha fatta a resistere”. Parole costruite con la chiara intenzione di generare curiosità e click, senza alcun fondamento nella realtà. L’articolo, corredato perfino dal nome di una presunta giornalista, ha sfruttato il meccanismo dei cosiddetti “titoli clickbait”, studiati per catturare l’attenzione e indurre l’utente ad aprire la pagina, anche a costo di diffondere notizie completamente false.
La conseguenza è stata immediata. Centinaia di fan, credendo che la notizia fosse vera, hanno iniziato a condividere messaggi di addio e ricordi personali, amplificando l’eco della bufala. In poche ore il nome dell’artista napoletano è schizzato in cima alle ricerche su Google, superando le duecentomila visualizzazioni. Un fenomeno che dimostra, ancora una volta, quanto sia fragile l’equilibrio tra informazione e disinformazione nell’ecosistema digitale.
La serata del 20 settembre ha visto il dilagare della falsa notizia, trasformando i social in una sorta di bacheca del cordoglio, sebbene immotivato. E, come spesso accade, la viralità di contenuti di questo tipo si alimenta proprio della velocità di condivisione e della mancanza di verifiche preliminari. La dinamica è ormai nota: un sito pubblica un titolo sensazionalistico, qualche utente condivide in buona fede, e in poco tempo la notizia si diffonde a macchia d’olio, fino a sembrare veritiera.
In questo caso, è stato necessario l’intervento diretto della famiglia per ristabilire la verità. Cristiana Calone, con parole chiare e quasi indignate, ha ricordato quanto possa essere dannoso e irresponsabile diffondere simili falsità, che non solo colpiscono l’artista ma mettono a dura prova anche i suoi affetti più stretti.
Massimo Ranieri morto: era già capitato
L’episodio che ha visto coinvolto Massimo Ranieri non è isolato e si era già verificato: periodicamente, celebrità italiane e internazionali vengono “uccise” prematuramente dalle fake news, spesso con un copione che si ripete identico. E se per i fan lo spaesamento dura qualche ora, per i diretti interessati e le loro famiglie il danno emotivo può essere molto più incisivo.
La vicenda ci invita a riflettere sulla necessità di verificare sempre le fonti prima di condividere una notizia, soprattutto quando riguarda temi delicati come la salute o la vita delle persone. Massimo Ranieri, dunque, è vivo e sta bene. Ma la sua vicenda ci ricorda quanto poco basti, oggi, per trasformare un titolo fasullo in un caso nazionale.