Beppe Marotta, presidente dell’Inter, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport, ha parlato lungamente del tema stadio

Beppe Marotta, presidente dell’Inter, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport, ha commentato così l’inizio di stagione dei nerazzurri: “Siamo solo alla quarta giornata e abbiamo già giocato in trasferta una delle partite più importanti della stagione: bisogna avere pazienza. C’è stato il cambio dell’allenatore, è fisiologico avere qualche difficoltà, ma serve molta calma: siamo convinti che la cultura del lavoro e i valori della squadra e dell’allenatore siano sufficienti a riportarci dove vogliamo arrivare. Siamo molto contenti di aver lanciato due espressioni del nostro Settore Giovanile: Cristian Chivu che ha allenato per sei stagioni, con importanti successi con la Primavera, e Francesco Pio Esposito, cresciuto proprio nel nostro Settore Giovanile. Questo è un aspetto che ci lusinga: bisogna avere il coraggio di lanciare i giovani. Accanto a giocatori che magari a fine carriera arrivano in Italia portando il proprio bagaglio di esperienza è importante far esordire i giovani: negli ultimi anni anche i grandi Club stanno seguendo questa politica, questi giovani rappresentano il futuro dei Club e della nazionale”.

Il numero uno nerazzurro si è soffermato lungamente sul tema stadio: “Parlo come presidente, come cittadino milanese e come uomo di sport. Milano è una delle città più attrattive d’Europa, ma rischia di diventare marginale nel panorama calcistico europeo. Non è più in grado di ospitare una finale di Champions League, non sarà una delle città candidate a ospitare gli Europei del 2032. Questo perché si è creato un dibattito politico dove gli attori principali sono politici di trent’anni fa, molto conservatori, che non conoscono l’innovazione. San Siro chiaramente va rispettato: è un contenitore di emozioni, è un’icona, rappresenta la storia di Inter e Milan, ma è fatiscente e vetusto, necessita di continua manutenzione. Bisogna guardare avanti. Come Wembley è stato abbattuto, per lasciar posto a un nuovo Wembley, anche qui c’è bisogno di fare la stessa cosa.

L’idea è quella di costruire un nuovo stadio nelle adiacenze di quello attuale e si tratterebbe di un investimento privato, al 100% a carico di Inter e Milan. Porterebbe grandissimi vantaggi alla città di Milano in termini di turismo, di occupazione, di attrattività. I vantaggi sono estremi, anche per i Club. Al momento non siamo competitivi nemmeno in Europa. Al massimo Inter e Milan hanno incassato, in una stagione circa 80 milioni di euro a testa dallo stadio, quando ci sono club che arrivano anche a 300 milioni di euro a stagione. Il gap così è troppo alto e mina la competitività.

Abbiamo la forte esigenza di avere uno stadio nuovo, moderno e accogliente, con caratteristiche che in Europa sono davvero comuni. Negli ultimi 10 anni in Europa sono stati costruiti 153 nuovi stadi: 28 in Turchia, 23 in Polonia, 16 in Russia, 12 in Inghilterra. In Italia sono stati ristrutturati solo tre impianti, pari all’1% del totale. Si capisce subito quanto il gap sia ampio. La nostra idea è quella di costruire il nuovo stadio a Milano, ma se ci fossero difficoltà saremo costretti a guardarci attorno, a siti diversi e fuori dal Comune di Milano. Ribadisco: lo stadio vogliamo farlo insieme, con il Milan e che si tratterebbe di un investimento privato delle due società. È un fatto eclatante, perché non dimentichiamo che in Italia 12 dei 20 Club italiani sono in mano a proprietà straniere. Immaginiamoci cosa sarebbe successo senza l’intervento dei fondi americani per Inter e Milan…

Riguardo alla capienza, rispetterà una media europea. Da parte dei Club ci sarà rispetto per i tifosi appartenente a ceti medi e bassi. L’affluenza deve essere sempre garantita, con prezzi calmierati e rispettosi. È chiaro che andranno incrementati alcuni aspetti relativi allo stadio, come gli sky box e tutti gli aspetti commerciali riguardanti l’evento partita. Lo stadio resta un contenitore di forti emozioni, ma è anche un asset che genera ricavi. Incrementarli ci porta verso una sostenibilità fondamentale a garantire la continuità storica dei nostri Club”.