A novembre a Bologna gli azzurri possono scrivere la storia. Solo l’Australia di Emerson e Court e gli Usa di McEnroe, Evert e Navratilova hanno fatto l’accoppiata delle due competizioni per due anni di fila.
Giornalista
22 settembre – 11:27 – MILANO
Roy Emerson, Fred Stolle, Margaret Smith Court. John McEnroe, Chris Evert, Martina Navratilova. Le uniche due volte che una stessa nazione ha fatto il bis, maschile e femminile, per due anni di fila, sono scese in campo le leggende. Adesso c’è l’Italia a riscrivere la storia. Ve l’immaginavate? Le ragazze di Tathiana Garbin si sono superate a Shenzhen vincendo ancora la Billie Jean King Cup. Adesso tocca ai ragazzi di Filippo Volandri. Dal 18 al 23 novembre, a Bologna, nella prima delle tre Final 8 di Coppa Davis che saranno ospitate dal nostro Paese, gli azzurri non puntano solo al tris maschile, dopo i trionfi di Malaga nel 2023 e nel 2024. In ballo l’ingresso nel club dei grandissimi.
precedenti—
Spulciando gli albi d’oro delle competizioni a squadre del tennis, emergono soltanto due nazioni in grado di vincere per un biennio consecutivo, sia tra gli uomini sia tra le donne: nel 1964/1965 l’Australia, nel 1981/1982 gli Stati Uniti. Da allora la Davis ha cambiato formula e la Federation Cup ha pure cambiato nome. Il loro fascino si è appannato, una volta che i gesti bianchi hanno lasciato il posto al marketing e alla globalizzazione. Ma nel nostro caso, affamati com’eravamo, la maglia azzurra è stata fondamentale. Prima per rigenerare un movimento in costruzione, poi per ribadire la competitività man mano affermata nei circuiti professionistici. Ora che l’Italia è divenuta una potenza mondiale del tennis, con Jannik Sinner numero 1 del mondo per 65 settimane, due solidi top ten come Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini e una serie di ottimi top player, manca l’ultimo dei quattro tasselli per aggiornare i record di australiani e statunitensi. A quel punto sarebbe la certificazione definitiva di uno status. Facciamo gli scongiuri: se il bis del bis non dovesse arrivare, nulla cambierebbe nell’eccezionalità di questi anni. Anni meravigliosi.
ai vertici—
Non finiremo mai di ringraziare Sinner per quello che ha già regalato (i 4 Slam, il primato in classifica mai raggiunto prima da un italiano) e per la stupenda rivalità con Alcaraz che caratterizzerà i prossimi anni. Ciò che impressiona, tuttavia, è la ricchezza del sistema. A livello di rappresentative nazionali, la squadra di King Cup ha mostrato di avere quel qualcosa in più rispetto a rivali più quotate, come hanno dimostrato gli exploit di Elisabetta Cocciaretto. E quella di Davis presenta così tante frecce al suo arco (4 azzurri tra i primi 30 Atp) che non vorremmo essere nei panni di Volandri. In questi anni il capitano è stato abile a sfruttare tutto l’armamentario, estraendo il massimo dai vari Berrettini, Arnaldi, Sonego, alle spalle del leader Sinner (9 match vinti su 9 tra 2023 e 2024). Nell’attuale edizione della Davis, l’Italia è stata ammessa direttamente alla fase finale, essendo sia detentrice del titolo sia nazione ospitante. A Bologna debutterà contro l’Austria nei quarti. Eventuale semifinale con la vincente di Francia-Belgio e la prospettiva di una suggestiva finale con la Spagna. I tifosi già sognano l’ennesima puntata del dualismo tra Sinner e Alcaraz, anche se il presidente della Fitp Angelo Binaghi ha lanciato un avviso ai naviganti: “La loro presenza non dipenderà dalla loro personale volontà, ma anche da ciò che succederà nelle settimane precedenti”.
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