La Formula 1 non è solo motori e tempi sul giro: è anche politica, tensioni interne e scelte strategiche che spesso segnano il destino di una stagione. Lo dimostra la vivace e piacevole conversazione avuta a Pit Talk con l’ex pilota Miguel Ángel Guerra, dove sono emersi i punti più caldi di questo finale di campionato.
Ingegneri contro piloti
Un tema ricorrente è la difficoltà di adattare le monoposto alle esigenze dei singoli piloti. Guerra non le manda a dire: «Ogni pilota è diverso, ma spesso l’ingegnere si mette a fare il pilota guardando i dati del computer. Non funziona così: quello che va bene per Verstappen non può valere per tutti». Un’accusa che mette in luce uno dei grandi limiti delle scuderie moderne: l’eccessiva dipendenza dai numeri a scapito della sensibilità dei piloti.
Piastri o Norris? Il dilemma McLaren
Il dibattito si sposta poi in casa McLaren, dove la coppia Norris-Piastri divide i tifosi. Per Guerra non ci sono dubbi: «Se fossi il direttore sportivo avrei già scelto un primo pilota. Piastri ha più continuità e un futuro enorme, Norris invece manca di stabilità». Una presa di posizione netta che accende il confronto su chi meriti davvero di raccogliere l’eredità di Verstappen come “nuovo volto” della Formula 1.
Argentina e il sogno del ritorno
Miguel Angel Guerra
C’è spazio anche per uno sguardo oltreoceano: il rifacimento del circuito Oscar Gálvez e il possibile ritorno del Gran Premio d’Argentina. Guerra è realista: «Prima l’Argentina deve uscire dai suoi problemi, poi si potrà pensare all’autodromo». Un richiamo amaro ma pragmatico alla situazione politico-economica del Paese sudamericano.
Ferrari tra passato glorioso e presente confuso
Leclerc in azione con la Ferrari durante il GP di Gran Bretagna.
Credits: Scuderia Ferrari HP via X
#BritishGP
Impossibile non parlare della Ferrari, soprattutto in un momento di turbolenze interne. Alla domanda se Leclerc o Hamilton dovrebbero abbandonare la Rossa, Guerra risponde con franchezza: «In Ferrari l’atmosfera è sempre stata questa da anni. Serve tornare al modello Schumacher-Todt-Brawn. Solo così si torna a vincere». Granato rincara la dose: «Allora c’erano persone che di Formula 1 ne capivano più di quelle che oggi siedono a Maranello».
I televenditori del paddock
Non manca poi una stoccata ai media: i fan iniziano a stancarsi delle telecronache “da televendita”, come nel caso del recente post Sky sul GP di Baku, che ha scatenato una pioggia di critiche online. Segno che la pazienza del pubblico verso certi eccessi comunicativi sta per esaurirsi.
Sprint finale
Tra ingegneri che vogliono fare i piloti, duelli interni che rischiano di destabilizzare i team e una Ferrari in cerca di identità, la Formula 1 si avvicina al finale di stagione tra tensioni e polemiche. Forse è proprio questo a tenerla viva: le corse non si giocano solo in pista, ma anche nei box, nei microfoni e nelle scelte politiche che pesano quanto un sorpasso all’ultima curva.