Prevenire il disagio mentale degli adolescenti, aiutarli quando sono in grave difficoltà e parlarne, in modo poetico e comico, sono alcuni degli scopi che si propone il progetto «C’è da fare – Save Teen» nato a Milano con l’associazione fondata dall’attore Paolo Kessisoglu e ora pronto a sbarcare a Novara. Al debutto in città lavorano da un anno associazioni e professionisti come la dottoressa Raffaella Pasquale, psicologa e pedagogista che dal 1986 incontra le persone con sofferenze nell’anima: «Il nostro stile di vita è diventato pesante per tutti noi ma i ragazzi pagano il prezzo più alto». Il primo appuntamento pubblico del progetto novarese è mercoledì 1° ottobre alle 21 al Coccia con la tappa del tour nazionale dello spettacolo «C’è da ridere», dedicato alla salute mentale. Tutto è nato con una canzone che l’artista Kessisoglu ha composto nel 2018 dopo il crollo del ponte Morandi intitolata «C’è da fare», denominazione che nel 2023 è diventata anche dell’associazione da lui fondata per contrastare il disagio psicologico dei ragazzi. A Milano è attivo un programma di collaborazione con l’ospedale «Niguarda» per sostenere interventi ambulatoriali ad alta intensità a favore degli adolescenti in situazioni più difficili, per cui le terapie assicurate dal servizio pubblico non sono sufficienti e non ci sono possibilità di inserimento in comunità o centri diurni: ragazzi a rischio di atti di autolesionismo e di ritiro sociale, giovani che soffrono di disturbi alimentari gravi. Ragazzi in bilico.

Patto per l’educazione rivolto ai giovani di Novara

Lorenzo Rotella

01 Luglio 2025

L’organizzazione anche in altre città

Il programma è stato replicato in altre città italiane e da un anno un gruppo di professionisti dell’ambito psicologico con le associazioni «Insieme per la Pier Lombardo», fondata da sette genitori di studenti della scuola e presieduta da Paola Rho, «OrientaMente» e «SerMais» sono impegnate per portare anche a Novara il progetto «C’è da fare – Save teen»; hanno avviato una collaborazione con la Neuropsichiatria dell’Asl per organizzare un percorso di cure intensive a dieci adolescenti. «Gli sportelli psicologici sono abbastanza diffusi sul territorio e accessibili ma manca l’offerta per sostenere i ragazzi e le famiglie più in difficoltà» dice Raffaella Pasquale. Nel corso dei decenni la psicoterapeuta ha visto la condizione degli adolescenti diventare sempre più complicata e sofferta. Perché? «La nostra società sta promuovendo un tipo di vita basato sul consumo, sulla competizione e sul narcisismo – riassume la psicoterapeuta e pedagogista – e questa condizione degli adulti li porta, tra le altre conseguenze, ad avere elevatissime aspettative sui figli. Tra i ragazzi il sentimento più diffuso è la vergogna, il timore di fallire. Così la famiglia perde centralità nel ruolo educativo, la scuola non ha più appeal nei confronti degli studenti che si ritrovano senza bussole certe».

«L’esempio di Marcella Balconi»

Uno degli scopi del progetto milanese che si vuole portare a Novara è anche la creazione di occasioni in cui parlare della salute mentale e degli strumenti per sostenerla: «In Piemonte il sistema pubblico dispone di 39 professionisti di questo settore ogni cento mila abitanti contro i sessanta della media nazionale e i fondi spesi si limitano a 64 euro a persona contro i 70 investiti a livello italiano – aggiunge lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Passalacqua -. Bisogna lavorare sulla prevenzione mentre adesso arriviamo sempre tardi, quando c’è un ricovero in ospedale o un arresto. Va ripristinato il sistema pensato dalla neuropsichiatra novarese Marcella Balconi con professionisti che fanno équipe territoriale e si aggiornano e vanno creati più spazi di aggregazione».