Il pilota e la RC213V stanno crescendo insieme e il rapporto con HRC va alla grande: “Mi piace molto interagire con i giapponesi, cerco sempre di scherzarci, di farli parlare un po’ di più perché sono sempre molto introversi, anche io lo sono. Abbiamo fatto un grande passo avanti”. Sull’uomo fuori dalla pista: “Non sento mai la necessità di staccare dalla MotoGP. Faccio ciò che amo, quando sono a casa sto con la mia famiglia, oppure gioco ai videogames se sono da solo, ma da quando c’è mia figlia quella parentesi è in garage”
22 settembre 2025
Luca Marini sta iniziando a ottenere in pista i risultati che lui e Honda speravano all’inizio della collabarazione, 2024. Il pilota numero 10 e la Casa giapponese stanno crescendo di pari passo e negli ultimi tre GP Marini è andato a punti in tutte le Sprint e in tutte le gare, ergo sempre in top 10: costanza di prestazioni su piste diverse, dalla piccola Balaton alla grande e con poco grip Barcellona fino a Misano, con tanto grip.
Condizioni diverse e risultati simili. Buon segno. Lui è felice, sorride, il lavoro sta iniziando a dare frutti visibili anche fuori. Ecco cosa ha detto Marini durante questa intervista.
Dopo un anno e mezzo di lavoro sono arrivati tra Ungheria e Barcellona degli ottimi risultati. A Barcellona sei stato quinto fino al penultimo giro. Si può dire che questo è stato il miglior risultato non tanto per te, quanto più per la moto?
“Sì, secondo me sì. Alla fine l’avevo detto che il risultato di Balaton poteva essere anche un po’ influenzato dal fatto che fosse una pista nuova, una pista comunque con delle caratteristiche che piacciono di più alla Honda, con queste curve molto lente. Invece Barcellona, al contrario, doveva essere una pista dove dovevamo faticare di più, ma si è dimostrata invece una realtà molto positiva il fatto che abbiamo migliorato così tanto la moto, cioè abbiamo fatto un grande passo in avanti e devo dire che sono molto soddisfatto del lavoro che hanno fatto in Giappone. Bisogna rendere merito a loro che mi hanno ascoltato, ci hanno ascoltato e sono arrivati degli ottimi aggiornamenti negli ultimi 4-5 mesi”
È stato difficile per te mantenere la motivazione in tutto questo anno e mezzo, soprattutto nelle prime otto gare dell’anno scorso quando non sei riuscito neanche a fare un punto?
“Sicuramente all’inizio dell’anno scorso è stato il momento più difficile, però ero anche molto fresco di questa nuova avventura e conscio del progetto che stavo andando a sposare, cercando di vedere comunque l’obiettivo e la realizzazione di questo obiettivo alla fine del tunnel, perché c’ho sempre creduto dall’inizio e ancora c’abbiamo tanta strada davanti da fare. Quando iniziano ad arrivare dei risultati buoni ti dà sempre quella motivazione in più. Quindi all’inizio sì, è stato un po’ più difficile, però in realtà sono sempre stato super motivato perché mi piaceva molto questa sfida, mi piace tutt’ora e sono molto contento di dove sono”
È stato più un lavoro di restaurazione, ricostruzione o rivoluzione?
“Trovargli un termine specifico è più il tuo campo. Da quando sono arrivato io ho cercato di portare la mia esperienza e le mie idee non solo sulla moto, ma anche su tutto quello che c’è dietro, perché alla fine gli ingegneri fanno la differenza in questo momento, in questa era della MotoGP, come la continuano a fare i piloti sicuramente, ma vince sempre il miglior compromesso, il miglior pacchetto. È stato dall’inizio che insieme a un gruppo di ingegneri italiani che sono qui in Honda che abbiamo cercato di spingere e far capire e ad aiutare i giapponesi a entrare in quest’ottica che c’è in questa nuova era della MotoGP nel comprendere che adesso bisogna lavorare anche su altri dettagli, non solo sulla produzione della moto, dei pezzi della moto che sono sempre stati perfetti di qualità ottima, ma c’è tutto un contorno che poi aumenta la performance in un modo incredibile”
L’arrivo di Romano Albesiano è stato determinante?
“Sicuramente Romano si è dovuto integrare all’inizio per comprendere che comunque lasci tanti anni di lavoro con gli italiani in un’altra Casa, quando poi invece ti sei dovuto integrare con i giapponesi. All’inizio sicuramente c’è voluto un po’ di tempo, ma poi hanno secondo me da subito avuto una buona sinergia e questo ha aiutato a far crescere sia Romano che i giapponesi insieme e per aiutarci poi nella coordinazione della produzione di ogni pezzo. Romano è sicuramente quello più importante, il nome più conosciuto, ma dietro sono arrivati tantissimi altri performance engineer, tanti analisti, tanti ingegneri che hanno fatto la differenza”
Marini in azione al Balaton Park Circuit
Sulla sua Honda…
“Mi sta piacendo moltissimo il carattere della moto, come sta crescendo. Il DNA rimane sempre quello, cioè quando sali su una moto da subito percepisci qual è il DNA e poi lo capisci sempre meglio”
Qual è il DNA della Honda?
“La prima cosa che mi viene in mente: una moto facile da guidare, molto bella per arrivare fino al 90% del limite delle gomme. Poi quando devi fare quell’ultimo 10% iniziano tanti problemi. All’inizio diventava complicato essere veloci e lo è tutt’ora. Se vediamo, in qualifica è dove ancora stiamo faticando di più, quando devi chiedere quell’ultimo extra alle gomme, non riusciamo a trovare abbastanza performance in questo momento, però ci stiamo lavorando”
Qual è stato negli anni il tuo rapporto con Gigi Dall’Igna?
“Ottimo, ottimo. Con Gigi ho sempre avuto un ottimo rapporto, ce l’ho tutt’ora. È una persona che ne sa, una persona che può insegnare tante cose, conosce veramente ogni dettaglio della moto ed era sempre molto attento ad ascoltare ogni feedback, ogni informazione che cercavi di dargli, per poi migliorare la moto e questo mi è sempre piaciuto di Gigi: come non si accontenta mai, cerca sempre di migliorare e nonostante comunque tutte le vittorie che ha sempre portato a casa e ha realizzato grandissime cose, ma non basta mai. Alla fine comunque nello sport è sempre questo, bisogna sempre cercare di migliorarci”
Qual è stata fino a ora la più grande soddisfazione in MotoGP?
“Non lo so, adesso ci dovrei pensare. Ho fatto parecchie gare belle, però mi piace rimanere molto nel presente. Le sensazioni che ho sulla mia Honda in questo momento mi piacciono veramente tanto. Lunedì siamo rimasti a Barcellona a fare il test e ha piovuto un po’, quindi non è che abbiamo girato tanto, però già solamente fare quei giri lì un po’ fuori dalla pressione del weekend di gara e poter sentire quanto la moto sia migliorata rispetto a quando l’ho provata la prima volta a Valencia mi ha fatto veramente essere contento”
Marini in gara a Barcellona
Carlo Fiorani ha detto che in Giappone sei molto, molto apprezzato. Come hai fatto a piacere così ai giapponesi?
“Non lo so, semplicemente cercando di essere la miglior versione di me stesso ogni volta, sia in pista che fuori, cercare di fare al meglio prima cosa per quello per cui mi hanno preso, per cui mi pagano, cioè essere il miglior pilota possibile, ottenere il miglior risultato possibile in quel momento. Allo stesso tempo mi piace molto interagire con i giapponesi, cerco sempre di scherzarci, di farli parlare un po’ di più perché sono sempre molto introversi, anche io lo sono, ma proprio perché sento che siamo ben collegati, ben connessi, cerco di tirargli fuori sempre qualcosa. Alla fine sono molto divertenti in realtà e cerco di fare il mio lavoro al meglio”
Cosa fa Luca Marini per staccare dalla MotoGP? Quali sono le tue passioni fuori?
“Mi piace guardare ogni tipo di sport in televisione, anche se adesso ovviamente che ho una figlia la televisione poca, proprio niente direi, e i videogames se sono da solo, ma anche lì adesso da quando c’ho mia figlia veramente ormai anche quella parentesi in questo momento è in garage. Io non sento mai la necessità di dover staccare da pensare alla MotoGP, alla mia moto, di sentire la mia squadra, cioè abbiamo un gruppo su WhatsApp dove ogni volta che ci viene in mente qualcosa mandiamo, non so, una foto che abbiamo visto su un’altra moto, su un’altra MotoGP o cerchiamo sempre di migliorare. Mi piace stare in contatto con la mia squadra e continuare a pensare sempre a come io posso migliorare come pilota e come possiamo migliorare la moto, perché alla fine faccio ciò che amo e quindi quando sono a casa sto con la mia famiglia e sto con mia moglie, con mia figlia e ci divertiamo insieme, facciamo tutto quello che fanno le persone normali e però ogni tanto se mi viene in mente qualcosa mi piace continuare a pensare alle moto”