Quello che è in corso sembra un vero e proprio boicottaggio di Disney+. Tutto parte dagli strascichi del caso scoppiato dopo la sospensione del programma di Jimmy Kimmel sulla rete americana Abc, di proprietà Disney, avvenuta lo scorso 17 settembre. Kimmel aveva fatto in un suo monologhi dei riferimenti all’assassinio di Charlie Kirk e alla sua affiliazione al movimento Maga, vicino a Donald Trump: alcune delle stazioni tv locali che trasmettono il segnale di Abc sul territorio americano ma anche il presidente della FCC, l’autorità delle telecomunicazioni, avevano quindi protestato e ottenuto lo stop alla messa in onda dello show Jimmy Kimmel Live!, una mossa ritenuta invece da tanti come un fortissimo attacco alla libertà di espressione e più in generale al Primo Emendamento, l’articolo della Costituzione americana che sancisce le cinque libertà fondamentali (di religione, parola, stampa, aggregazione e petizione). Da quel momento parecchie figure note ma anche persone comuni, oltre a manifestare il proprio disappunto, hanno iniziato a boicottare le attività Disney, partendo dall’interruzione dell’abbonamento a servizi come Disney+.
Tra le voci che si sono fatti più sentire a riguardo troviamo per esempio Mark Ruffalo, che fa parte della grande famiglia Disney in quanto interprete di Hulk nei film Marvel: l’attore ha profetizzato che se Abc cancellerà lo show di Kimmel le azioni della Casa di Topolino crolleranno. Gli ha fatto eco Tatiana Maslany, protagonista di She-Hulk su Disney+, che ha invitato a cancellare le iscrizioni alla stessa piattaforma di streaming, così come a servizi affiliati come Hulu e Espn. Marisa Tomei (fino a poco tempo fa la zia May dei film Sony-Marvel) ha ricondiviso parecchi inviti al boicottaggio, così come Cynthia Nixon, la Miranda di Sex and the City, ha fatto vedere come lei stessa abbia tolto l’abbonamento a Disney+, invitando a fare lo stesso e a indicare come motivazione la difesa della libertà: “Mi mancheranno Abbott Elementary e Only Murders in the Building, ma ancora di più mi mancherebbe il Primo Emendamento”. Il creatore di Lost Damon Lindelof ha detto che si rifiuterà di lavorare con Disney finché non finirà la sospesione di Kimmel, a cui ha dimostrato solidarietà anche Pedro Pascal, da quest’estate nell’MCU con il Reed Richards dei Fantastici Quattro.