E’ ripreso oggi, con il collegio del tribunale di Tempio Pausania regolarmente composto dai tre magistrati che lo hanno condotto, il processo per violenza sessuale di gruppo ai danni di due giovani donne, che vede imputati Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia.
Terminate le ultime repliche dei legali delle difese, il collegio giudicante presieduto da Marco Contu – a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu – si è chiuso in camera di consiglio per emettere la sentenza, attesa a fine sera.
I quattro imputati al processo per violenza sessuale di gruppo ai danni di due ragazze, sono assenti e non assisteranno dunque alla lettura della sentenza in tribunale a Tempio Pausania.
Assente anche la studentessa italo norvegese, all’epoca 19enne, che denunciò il presunto stupro ai carabinieri di Milano alcuni giorni dopo i fatti contestati la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. Un processo durato tre anni e mezzo: il procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, ha chiesto una condanna a 9 anni per tutti gli imputati. Gli avvocati difensori dei quattro ragazzi l’assoluzione piena perché il fatto non sussiste.
“La ragazza fisicamente non ci sarà, perché l’ho vivamente sconsigliata, ma è come se fosse qui”, ha detto l’avvocata dell’accusatrice, Giulia Bongiorno. “Cosa mi aspetto dalla sentenza? Voglio credere nella giustizia, voglio credere che quanto detto dalla mia assistita trovi riscontro nella sentenza”, ha aggiunto.
I difensori dei quatto imputati hanno chiesto l’assoluzione piena: “Abbiamo portato all’attenzione del collegio tantissimi elementi per dimostrare l’innocenza del nostro assistito e ovviamente soccorre il ragionevole dubbio laddove non ci sia la certezza dell’innocenza. La nostra richiesta è quella di assoluzione piena perché il fatto non sussiste, il rapporto che c’è stato era consenziente”, ha detto l’avvocato Gennaro Velle, che con la collega Antonella Cuccureddu difende Francesco Corsiglia.
A ribadire l’innocenza degli imputati e del suo assistito, Edoardo Capitta, è stato anche l’avvocato Mariano Mameli. “Il racconto della ragazza e persona offesa non sta in piedi da solo – ha ribadito – Il mio assistito sta male, come chiunque in questi casi e come la ragazza. Di fronte ad una vicenda come questa, nella quale la misura della sua gravità è data dalla richiesta di pena di nove anni di carcere per dei ragazzi che hanno circa 20 anni, come potrebbe stare il mio assistito?”.
L’udienza si è poi aperta con le ultime repliche di tre legali delle difese, poi il collegio giudicante presieduto da Marco Contu, a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu, si chiuderà in camera di consiglio per emettere la sentenza.
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