C’è stata anche Giuliana De Sio, tra gli ospiti a La Confessione di Peter Gomez in onda sabato 20 settembre su Rai 3. L’attrice campana, due volte vincitrice del David di Donatello, si è raccontata tra carriera e vita privata, lasciandosi anche andare a una vera e propria confessione, molto intima e forte. 

Il racconto di De Sio inizia dalla propria famiglia, di quando era solo una bambina: “Non avevo altra scelta che scappare di casa. Mio padre non c’era quasi mai, mia madre era molto molesta perché forte bevitrice. Il nucleo familiare non c’era, non esisteva niente”, ha spiegato l’attrice, descrivendo un quadro familiare veramente difficile. E ancora ha detto: “A 18 anni e un minuto ho sentito il corpo che mi portava via da lì”.

Il tentato suicidio 

Poi la rivelazione sconvolgente: “Ho tentato il suicidio a 12 anni perché la situazione era difficile. Ma a quell’età lì, tentare il suicidio non vuol dire neanche voler morire. Non ti rendi proprio conto che fai una cosa che ti può portare alla morte. Era come un gesto di protesta, pericolosissimo. Io a 12 anni ero pericolosissima”.

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Quindi ha parlato della se stessa di tanti anni fa e del rapporto con la sorella: “Mia sorella dicevo che era insopportabile ma non era vero; quando a me chiesero di lei, io dissi cose bellissime. Competizione? No, mai tranne una volta: una volta ricordo che Pino Daniele e mia sorella erano i re e la regina di Napoli. Io feci un film all’epoca e cantai con lui la canzone sui titoli di coda, me lo chiese lui. Andai da Formia a lavorarci; quando mia sorella lo venne a sapere successe di tutto. Dovette scegliere tra la canzone per Pino e l’amore per mia sorella e scelsi l’amore per mia sorella. Il bene? Ce lo siamo sempre volute, ce lo vogliamo ancora”.  

Il famoso circoletto

Sul “circoletto” del cinema italiano (per cui lavorano sempre gli stessi), De Sio ha commentato: “Non è una mia fissazione, l’avrò detta 10 anni e Fagnani ne ha fatto una sorta di mantra. Comunque in circoletto funziona così: c’è poca pluralità di volti, la faccenda diventa compulsiva e poco interessante per il pubblico che vorrebbe vedere facce diverse”.

Infine la confessione personale (rivolta a Elio Petri): “Il nostro dialogo non si è mai interrotto, mi chiedo continuamente cosa sarebbe diventata la nostra relazione. Magari oggi saresti ancora vivo e saresti ancora una fonte d’ispirazione, con il tuo senso dell’umorismo e la tua cultura che mi manca. Uomini come te non si trovano facilmente. Mi manchi, ti sogno sempre. Ma non te ne sei mai andato. Ti amo molto”.