A cura della Redazione
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IL CENTRO DESTRA NON SI FACCIA DETTARE LA LINEA POLITICA DALLA CONSULTA!
Decine di migliaia di malati e disabili e di loro familiari tirano oggi un sospiro di sollievo di fronte alla decisione della Corte Costituzionale di non aprire all’eutanasia attiva dichiarando inammissibile il ricorso con cui l’Associazione Coscioni chiedeva di riconoscere il diritto di una paziente di essere uccisa da terze persone non potendo suicidarsi in prima persona. Una scelta diversa avrebbe assestato il definitivo colpo di grazia al sistema di protezione legale dei più fragili, già gravemente leso dalla vergognosa depenalizzazione del suicidio assistito.
D’altro canto, va rilevato anche come l’inciso contenuto nella sentenza su un presunto “diritto” del malato di essere aiutato a morire con l’intervento diretto del Servizio Sanitario Nazionale dalla fase di verifica dei requisiti fino a quella dell’esecuzione pratica della procedura – passaggio peraltro privo di efficacia e vincolatività giuridica, trattandosi di una sentenza di inammissibilità – manda in crisi l’impianto del disegno di legge predisposto dalla maggioranza di centrodestra, fondato sull’illusione di poter arginare con una legge nazionale lo strabordante attivismo politico di giudici e magistrati. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega devono definitivamente restare fedeli al mandato elettorale ed abbandonare la posizione remissiva sul tema del fine vita e smetterla di farsi dettare l’agenda dalla propaganda radicale, passando al contrattacco culturale con una rivoluzione politica del sistema socio-sanitario che riconosca la dignità e il valore inviolabile di ogni vita anche nella sofferenza, investendo con decisione in cure palliative diffuse e accessibili, assistenza domiciliare costante, hospice dignitosi con personale formato e aggiornato sulle migliori pratiche cliniche e terapeutiche.
Pro Vita & Famiglia rivolge un appello urgente a tutto l’associazionismo impegnato nella cura e nella difesa della vita dei più fragili, specialmente se di ispirazione cristiana e cattolica, a unire le forze in un grande movimento di opinione e di azione che racconti agli italiani l’altra storia, cioè la vera storia: quella di decine di migliaia di sofferenti e dei loro familiari che chiedono di essere aiutati a vivere e si trovano di fronte all’incubo di un dibattito politico che, invece, discute di se e come aiutarli ad uccidersi o essere uccisi.
Così Antonio Brandi, commenta i dettagli della sentenza di rigetto della Corte Costituzionale sul ricorso presentato dal Tribunale di Firenze in merito alla vicenda di “Libera”, una donna toscana di 55 anni, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e per questo impossibilitata ad assumere da sola un farmaco per procurarsi la morte.
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