di
Pierfrancesco Catucci

Le azzurre trascinate da Antropova ed Egonu battono 3-1 il Brasile e conquistano la Nations League. Vittoria consecutiva n. 29 sotto la guida di Velasco, e manca solo un mese al Mondiale in Thailandia

Non ce n’è per nessuno. L’Italia continua a vincere, batte 3-1 (22-25, 25-18, 25-22, 25-22) in finale il Brasile, trionfa in Nations League (come nel 2022 e l’anno scorso) e manda l’ennesimo messaggio al mondo del volley: serve altro per battere queste ragazze. 

Ci prova il Brasile, l’ultima Nazionale che aveva superato le azzurre il 1° giugno 2024. Approfitta di uno sbandamento azzurro nel finale di primo set, ma poi non c’è niente da fare: Egonu e compagne, pur non sempre bellissime, giocano un altro sport e alimentano l’impressionante striscia di vittorie consecutive: sono 29 e sono valse due Nations League e il primo storico oro olimpico della pallavolo italiana. E manca solo un mese al Mondiale in Thailandia, con il titolo iridato che manca dal 2002. 



















































L'Italia batte il Brasile e vince la Nations League di volley: Antropova trascina

Questa squadra ci arriva da favorita, con un condottiero — Julio Velasco — che sa come si fa. Fu lui, nel 1990 e 1994, a regalare alla pallavolo di casa nostra i primi due Mondiali. Ed è stato ancora lui, la scorsa estate, a riaccendere il fuoco di una squadra che sembrava a brandelli, vittima del suo talento. Ha messo il gruppo al centro di tutto: non amiche, ma compagne di squadra pronte a sacrificarsi per le altre. Ha messo in chiaro i ruoli, ha ridato sicurezze a ognuna e le ha convinte di essere le più forti. Paola Egonu è tornata devastante. Ha educato Alessia Orro a dare più fiducia alle altre, ha trovato in Kate Antropova un’alternativa (determinante come in questa finale) che sarebbe titolare in qualsiasi altra Nazionale del mondo. E con il sostegno di Massimo Barbolini, il c.t. del doppio oro europeo del 2007 e 2009, ha organizzato un muro invalicabile e si è permesso il lusso di lasciare a casa Caterina Bosetti per favorire un ricambio generazionale nel ruolo delle schiacciatrici. Perché il motto «squadra che vince non si cambia», non gli piace per niente: lui cambia per continuare a vincere. 

La partita

Velasco comincia con la formazione migliore: Orro al palleggio, Egonu opposta, Sylla e Degradi schiacciatrici, Fahr e Danesi al centro e De Gennaro libero. Il Brasile comincia meglio, trascinato dalla solita Gabi, mentre l’Italia fatica in attacco. Il diesel azzurro, però, va a pieni giri dopo i primi 15 scambi e la squadra di Velasco comincia a giocare una pallavolo di altissimo livello, con tanta sostanza a muro e ottime soluzioni in attacco. Quando il set sembra sotto controllo, però, l’Italia si spegne. 

Sotto 21-17, il Brasile ne approfitta e, quando ormai sembrava condannato, ribalta il punteggio e va in vantaggio. Ma l’Italia c’è e reagisce con veemenza. Piazza subito un break in avvio di secondo parziale e lo conserva fino alla fine, nonostante l’infortunio ad Alice Degradi, sostituita a metà set da Stella Nervini che si prende la scena come una veterana. L’Italia continua a dettare il ritmo, pur non bellissima e con troppi errori punto concessi alle avversarie. Il c.t. brasiliano Ze Roberto cambia continuamente la sua formazione, ma alla fine è sempre la squadra azzurra a dominare. E con una devastante Antropova, si porta avanti nel punteggio. Ed è sempre Antropova la grande protagonista del quarto set. Stabilmente in campo assieme a Carlotta Cambi al posto di una diagonale Orro-Egonu non smagliante, si prende la scena. E l’Italia gioca punto a punto fino a metà set, prima di cambiare marcia grazie ai punti dell’opposta di Scandicci e involarsi verso il terzo titolo su tre dell’era Velasco.

27 luglio 2025 ( modifica il 27 luglio 2025 | 22:17)