Una La violenta esondazione del Seveso a Milano ha riportato indietro nel tempo gli abitanti dei quartieri che si sviluppano lungo il vialone – Zara e Fulvio Testi – che da piazzale Lagosta porta verso fuori città. Ma più di tutti, come accade da quando esiste il problema delle esondazioni del torrente, a essere colpiti sono i residenti dei due quartieri dove la fuoriuscita delle acque fangose del fiume tombato comincia: Pratocentenaro e Ca Granda. E quella di lunedì non è stata un’eccezione.
La conta dei danni dell’esondazione del Seveso
Oltre le emblematiche foto delle “fontane” che si formano quando l’acqua spinge con forza i chiusini di ghisa in via Valfurva, aperti quando i livelli sono irrimediabilmente alti, lunedì una foto più di tutte resterà nella memoria di chi quelle strade le vive ogni giorno: è l’immagine di una palestra completamente allagata (la foto in copertina). La palestra è letteralmente sommersa da almeno metri di acqua. Perfino i canestri, con tutto e i tabelloni, scompaiono sotto il livello del liquido marrone, mentre in superficie galleggiano materassi e palloni.
La palestra allagata per l’ennesima volta
La palestra, che ospita un campo da pallavolo e da pallacanestro, fa parte dell’oratorio della parrocchia di San Dionigi a Pratocentenaro. Normalmente viene utilizzata dai giovani atleti dell’Associazione sportiva dilettantistica Tnt per allenamenti e partite casalinghe: l’ingresso è da via Emilio De Martino, proseguo di via Val Maira, traversa di via Valfurva, e quindi inevitabilmente esposta alle acque in eccesso del torrente.
Nel recente passato, nell’estate del 2024, era stata rimessa a nuovo con il rifacimento del soffitto e del pavimento, gravemente danneggiato dall’esondazione del 31 ottobre 2023. La nuova pavimentazione, pagata in parte dall’assicurazione e in parte dalle casse della parrocchia, era stata realizzata in resina. La scelta di quel materiale impermeabile era stata pensata proprio per dare al campo la possibilità di resistere a inondazioni come quella di lunedì.
Don Andrea Plumari: “Danni gravi ed evidenti”
Certo, nessuno poteva aspettarsi un fenomeno di una violenza simile, che ha provocato danni diffusi, come spiega a MilanoToday il coadiutore dell’oratorio, don Andrea Plumari: “L’esondazione che ha colpito pesantemente il nostro quartiere, ha interessato anche l’oratorio e alcuni locali della parrocchia, provocando danni gravi ed evidenti”, racconta. Oltre la palestra, l’acqua e il fango hanno raggiunto gli spogliatoi, una sala usata per mostre e spettacoli e il deposito dove l’associazione San Vincenzo raccoglie i beni da donare alle famiglie più bisognose della zona.
“Non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione”, prosegue. “In passato siamo sempre riusciti a ripartire, grazie alla cura e alla dedizione di tante persone che hanno reso possibile ricostruire e restituire vita a ciò che era stato danneggiato. Oggi – continua il sacerdote – ci troviamo di nuovo di fronte alla stessa sfida, con la consapevolezza che serviranno energie, risorse e pazienza”.
“Ancora una volta ci rimboccheremo le maniche”
“Questa prova non ci scoraggia. Anzi – ribadisce don Andrea – ci ricorda che una comunità vive della responsabilità condivisa e della capacità di prendersi cura del bene comune. Il nostro oratorio è un punto di riferimento per bambini, ragazzi e famiglie: un luogo che non può essere lasciato solo davanti a difficoltà di questa portata”. E la comunità che vive l’oratorio lo ha dimostrato anche in occasione delle passate inondazioni.
“Ancora una volta ci rimboccheremo le maniche per riportare tutto all’ordine e alla bellezza originari, nella certezza che non mancherà il sostegno di chi ha a cuore la nostra comunità. È un compito impegnativo, ma siamo pronti a viverlo insieme. Sperando che – conclude – chi è nella possibilità di poterlo fare ci aiuti nel gravoso compito che ci attende”.