Un libro che si intitola Narciso Boccadoro. Seduttore seriale (Graus edizioni, pp. 146, euro 15) già sembra dare quanto meno un indizio sull’idea di letteratura dell’autore, con il suo evidente richiamo al Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse. Se poi, nella prima pagina si legge che si tratta di un adattamento delle memorie del fedele servo di un conte, riscritto a causa dello stile «alquanto indigesto per i lettori contemporanei», l’evidente riferimento a I promessi sposi di Manzoni, rende chiaro il gusto dell’autore, Angelo Battagli, per la citazione, il rimando, il pastiche. Si aggiunga che ogni capitolo è introdotto dalla citazione di una frase in latino di autori come Orazio, Marziale o Seneca e diventa evidente che ci si trova dinanzi a un libro diverso dalla maggior parte dei romanzi ora in libreria.
IL TESTO DI BATTAGLI è innanzi tutto un libro divertente, ed anche questo è chiaramente espresso subito, nella dedica iniziale al padre dell’autore, dove si dichiara che l’intento è quello di «strappargli un sorriso, ovunque si trovi adesso». E, in effetti, il linguaggio usato, le peripezie narrate, la struttura del romanzo e soprattutto lo stile si dispiegano tra l’ironico e il grottesco, non disdegnando nemmeno l’utilizzo del sarcasmo. La storia è incentrata sulla figura di Narciso Boccadoro, al secolo Voccabella, di professione attore o, meglio, «macchina attoriale» e impenitente e inarrivabile seduttore. Proprio per sfuggire alle conseguenze di questa sua vocazione è costretto a fuggire da Napoli, dove è nato e vive, e a percorrere l’Italia e l’Europa.
La sua vita si svolge sui palcoscenici – o meglio sui boccascena – e nei letti di Italia, Francia, Germania, nella prima metà del ’900, morirà nei primi anni ’50 del secolo scorso. Incontrerà personaggi come Filippo Tommaso Marinetti, Emilio Salgari, Alma Mahler, Oskar Kokoschka. Tra avvelenamenti, amori, duelli, fughe, agguati la storia acquista un carattere avvincente, ma al contempo è punteggiata da riflessioni, citazioni e richiami (da Cesare a Democrito, da Bernardo di Chartres ad Heidegger) che le donano un ritmo e una forma che sembra avvicinarla alla letteratura libertina del ’700.
DEL RESTO IL PROTAGONISTA sembra essere un’ulteriore incarnazione di Don Giovanni o Casanova, cosa che rafforza l’impressione di essere sprofondato nella Venezia o nella Parigi del ’700. Accanto al protagonista, nel susseguirsi di vicende avventurose e rocambolesche, emergono le figure di un’anziana dama, di un sacerdote particolare e di un nobile inglese spregiudicato nell’uso delle armi. La scrittura di Battagli, poi, è rimarchevole nel raccontare una storia novecentesca dal sapore settecentesco. Da notare, infine, che all’interno del romanzo si trovano anche la storia di come Marcel Marceau scoprì la sua arte e decise di diventare un mimo e l’origine dei selfie.