Un processo giusto ed equo in Ungheria, hanno spiegato i legali, «non può essere garantito in un caso così politico, dove ci sono pressioni da parte del governo ungherese e questo vale per Salis e per gli stessi ungheresi». Sono questioni «fondamentali», hanno aggiunto i difensori, «ed è giusto che la commissione le abbia riconosciute. Questo è un primo passo, il voto vero e proprio sarà espresso dall’assemblea plenaria il 7 ottobre». Sul fatto che Salis ha detto che vorrebbe essere processata in Italia, i due avvocati hanno affermato: «Lei ha chiesto un processo equo e per alcune questioni non poteva svolgersi in Ungheria. La Germania sta giudicando in Germania i cittadini tedeschi imputati nei fatti di Budapest e ci chiediamo cosa impedisca all’Italia di portare in Italia un processo a una cittadina italiana».
Ungheria: «Antifa organizzazione terroristica, Salis venuta a Budapest per colpire»
Reazione ideologica da parte del governo ungherese: «Antifa non è un movimento politico, ma un’organizzazione violenta. L’obiettivo dell’Ungheria è chiaro: pace e sicurezza per i nostri cittadini. I gruppi Antifa rappresentano l’opposto: in tutta l’Europa e negli Stati Uniti abbiamo visto l’attivismo trasformarsi in violenza di strada, intimidazioni e caos. Ecco perché abbiamo deciso, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, di designare Antifa come organizzazione terroristica in Ungheria», ha affermato Balazs Orban, direttore politico dell’ufficio del premier ungherese Victor Orban, commentando la notizia. «Chiunque cerchi di raggiungere obiettivi politici attraverso pestaggi, paura e violenza rientra nella definizione di terrorismo. Lo Stato ha il dovere di proteggere gli innocenti da tali minacce», ha scrito Orban su X. «Ilaria Salis e i suoi collaboratori sono arrivati a Budapest nel 2023 in nome di questo movimento, non per discutere, ma per colpire: aggredendo passanti innocenti, alcuni dei quali sono rimasti quasi senza vita. Le autorità l’hanno arrestata e incriminata, ma lei ha trovato rifugio dietro un mandato di Bruxelles».
The Left: Salis 1- Orban 0
«I nostri colleghi della commissione giuridica hanno preso oggi una decisione in linea con i valori fondamentali dell’Unione europea. La democrazia e lo Stato di diritto sono pilastri fondamentali della nostra coesione europea. È importante che questi principi siano rispettati in tutti gli Stati membri, e anche Orban deve comprenderlo», dichiara Martin Schirdewan, il co-presidente del gruppo The Left del quale è membro l’eurodeputata italian in una nota dal titolo: «Salis 1, Orban 0».
Di tutt’altro avviso il segretario della Lega Matteo Salvini che, sul social X, scrive: «Chi sbaglia, non paga». Il ministro delle Infrastrutture del governo Meloni allega anche una foto della Salis con la scritta «Vergogna, vergogna, vergogna. Poltrona salva, dignità persa».
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