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Redazione Online
Il Guardasigilli in Consiglio dei ministri dopo l’appello di Mattarella sul boom di suicidi: «Oltre 61 mila reclusi: uno su tre dipende da droga e alcol». Sala? «Porcheria che abbia scoperto di essere indagato dai giornali»
Approda in Consiglio dei ministri il nuovo piano contro il sovraffollamento nelle carceri, dove si sta registrando un boom di suicidi. A meno di un mese dall’ultimo degli appelli lanciati dal presidente della Repubblica, il governo mette in campo nuove misure per correre ai ripari per l’emergenza negli istituti penitenziari del Paese. In campo anche un decreto che prevede misure alternative per la potenziale uscita dal carcere di diecimila detenuti. Oggi i detenuti nelle carceri italiane «sono 61.861 e il 31,93 per cento è affetto da dipendenza da sostanze stupefacenti o alcoliche», esordisce il Guardasigilli.
«Porteremo un piano per arginare il sovraffollamento delle carceri – annuncia il ministro della Giustizia Carlo Nordio -, un programma che si articolerà in molte direzioni, dall’edilizia carceraria, alla detenzione differenziata per i tossicodipendenti, che magari porteremo più avanti come la riforma sulla custodia cautelare».
Quanto alla ipotesi di una scarcerazione per alcuni reati, Nordio ha risposto: «Secondo un nostro primo monitoraggio, i detenuti che avrebbero diritto ad una liberazione anticipata sia per fine pena sia per la partecipazione a programmi di recupero sarebbero circa 10mila».
Nordio ha poi commentato anche l’inchiesta sull’urbanistica a Milano: «È una porcheria che si vengano ad apprendere notizie riservate e segrete dalla stampa. È accaduto anni fa a Berlusconi e ieri è successo al sindaco Sala. Doveva dare dimissioni? – risponde il Guardasigilli -. Per l’amore del cielo, guai se avviso di garanzia portasse a dimissioni perché altrimenti ci metteremmo davvero nelle mani della magistratura». Per Nordio non ci sono dubbi: «Occorre una profondissima revisione del segreto istruttorio e bisogna accertare le responsabilità di chi diffonde queste notizie. La colpa non è mai del giornalista, che fa il suo mestiere, la colpa è di chi fa trapelare notizie riservate».
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22 luglio 2025 ( modifica il 22 luglio 2025 | 19:20)
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