Andiamo a scoprire com’è la situazione degli italiani in Serie A sostanzialmente squadra per squadra, considerando che le variabili sulla costruzione di ciascuna di esse sono molto diverse: chi va per i piani alti, chi per i playoff e chi, più banalmente, per salvarsi. L’ordine che seguiamo è legato agli ultimi playoff scudetto. Un’analisi, questa, che parte da quanto visto agli ultimi Europei e, anzi, con la chiara sensazione che da questi possa essersi anche modificata una serie di situazioni.

VIRTUS BOLOGNA – La quota italiani di peso qui è molto alta. Possono partire dal quintetto base in tanti: da Alessandro Pajola a, quando necessario, Daniel Hackett fino a Momo Diouf vicino a canestro. Inoltre l’innalzamento delle quotazioni di Saliou Niang fa sì che sia facile poterlo veder partire in quintetto base o comunque avere uno spazio comparabile. Con minuti di livello anche per Nicola Akele e, chissà, la possibilità di rivedere Abramo Canka a livelli che sognava qualche anno fa.

BRESCIA – Qui chiaramente il nome base è quello di Amedeo Della Valle, che ha fondamentalmente trovato casa nel club biancoblu, ritagliandosi il ruolo di prima o seconda opzione offensiva a seconda delle situazioni. Per composizione della squadra difficilmente si vedrà qualcun altro in starting five: David Cournooh è da anni giocatore di rotazione in questo contesto, per gli altri si prospetta un minutaggio minore per varie ragioni.

TRAPANI – Per gli Shark ci sono vari dilemmi. Soprattutto uno, tra i piccoli: come far convivere l’USA storico JD Notae e i nuovi arrivati Alessandro Cappelletti e Ryan Arcidiacono (che, lo ricordiamo, gioca da italiano e tempo fa è stato caldeggiato per la Nazionale)? Ai posteri l’ardua sentenza. Previsti ovviamente minuti importanti anche per Riccardo Rossato, che con impegno e capacità si è guadagnato sia l’azzurro che la prima volta in Europa (Champions League).

OLIMPIA MILANO – Per gli uomini di Ettore Messina il discorso è un po’ diverso. Di suo il quintetto base non ha precisamente un’accezione italiana, ma in una squadra impegnata in Eurolega e campionato con oltre 80 partite previste questo discorso ha pochissimo senso. Ecco che, allora, sarà molto comune vedere Nico Mannion, Diego Flaccadori, Stefano Tonut e Pippo Ricci avere possibilità di partire nel primo quintetto. Il tutto fermo restando che, spesso, saranno proprio loro quattro ad avere un preciso spazio (tutta da vedere la questione di Leonardo Totè).

TRENTO – Qui il discorso è molto chiaro: il gruppo più esperto (quello con gli USA e l’eterno Toto Forray, ormai da più di vent’anni in Italia) avrà maggior spazio, il blocco italiano è quello dei giovani arrembanti. Chissà quanto riuscirà Massimo Cancellieri a sfruttare le doti dei vari Theo Airhienbuwa e Patrick Hassan, per dirne due che nelle Nazionali giovanili hanno dato spettacolo.

TRIESTE – Tutto si lega a due giocatori in particolare e a quello che sarà un tipo di convivenza tra piccoli: come far ruotare Davide Moretti, il triestino doc Michele Ruzzier e il confermato Colbey Ross? Verosimilmente il play USA partirà in starting five, ma gli altri due li vedremo spesso. Rimane poi l’utilizzo di Francesco Candussi da capire, in relazione al nuovo arrivo di scuola NCAA Mady Sissoko.

REGGIO EMILIA – Con Michele Vitali che farà il cambio ora di Jaylen Barford, ora di Jamar Smith (ma nei minuti che ha è una garanzia), e Lorenzo Uglietti che sarà il vice di Troy Caupain, sarà Luca Severini quello che vedremo più spesso, anche perché le sue caratteristiche e quelle di Kwan Cheatham sono abbastanza diverse da pensare di poterli avere, in determinati quintetti, in campo assieme. E c’è anche il dilemma Tomas Woldetensae, arrivato da Napoli e con più concorrenza nel suo ruolo.

REYER VENEZIA – Tanti minuti dovrebbe tranquillamente averli Amedeo Tessitori, che di base parte da vice-Chris Horton, di fatto in questo contesto ha un ruolo da co-titolare. Interessante la situazione di Leonardo Candi, che ha sì la concorrenza di Ky Bowman e R.J. Cole, ma se riuscirà finalmente a sbloccare tutto il potenziale che ha potrà davvero mettere una marcia in più nel suo cammino veneziano.

TORTONA – Qui c’è un discorso da fare relativo a Tommaso Baldasso: è uno dei play italiani di punta, in quintetto base non parte quasi mai, ma nei fatti, considerando che i minuti di media superano i 20, sminuirlo sarebbe un errore gigantesco. Anche perché, da molti anni, sa bene come gestire le fasi cruciali degli incontri. Al minimo, un vero e proprio co-titolare con chiunque lo abbia allenato. Previsti spazi per Andrea Pecchia (che a Trento in starting five partiva spesso, 18 minuti di media), meno per un Paul Biligha ormai nel ruolo di cambio del titolare (Dominik Olejniczak).

DINAMO SASSARI – Al Banco di Sardegna quest’estate è stata rivoluzione totale, per cui ci vorrà un po’ a Massimo Bulleri per capire le esatte dinamiche da perseguire. Nella scorsa stagione quello che ha quasi improvvisamente guadagnato uno status importante è stato il centro classe 2003 Luca Vincini, che più di una volta ha risposto presente. Forse più defilati i ruoli di Alessandro Zanelli e Andrea Mezzanotte.

TREVISO – Per la Nutribullet il fatto è che ci sarà un quintetto prevalentemente a tinte estere e, nei fatti, il blocco italiano che dovrà guadagnarsi spazio a partire da David Torresani e Federico Miaschi, posto che Matteo Chillo è stato preso per garantire esperienza e un’opzione ancora diversa rispetto al duo Pinkins-Olisevicius (in questo senso scelta interessante di Alessandro Rossi, il coach della Nazionale Under 20 che già da anni in A2 era noto per bravura).

VARESE – Può essere la stagione da co-protagonista, in fatto di play, di Matteo Librizzi, ormai una certezza e oltretutto capitano a Varese. Dove, però, può essere la stagione di un Davide Alviti atteso a tutte le possibilità di questo mondo di avere fiducia da parte di Ioannis Kastritis. Attenzione, però, anche a un’altra questione: lo spazio di Elisée Assui nel corso della stagione.

CREMONA – Per come Pierluigi Brotto ha costruito il roster, la sensazione chiara ed evidente è che al blocco italiano inizialmente sarà dato un ruolo di partenza dalla panchina, se si esclude Sasha Grant destinato a rilanciare molte delle proprie quotazioni. Attenzione, però, anche a un Davide Casarin in cerca di nuovo buon feeling dopo che, fino ad ora, non è mai riuscito ad esplodere davvero.

NAPOLI – La nuova gestione di Matt Rizzetta ha cambiato fondamentalmente tutto, ma in panchina c’è la garanzia del nome di Alessandro Magro dal quale far partire un percorso in grado di riportare la città partenopea verso le vette che chi c’era vent’anni fa ricorda bene. Il principale nome italiano è quello di Guglielmo Caruso, che non può non avere propositi di vendetta dopo il troppo poco spazio avuto a Milano.

CANTÙ – Il ritorno del club biancoblu in Serie A è segnato anche dall’approdo o dalla permanenza di nomi che hanno contato, e che conteranno (Riccardo Moraschini avrà meno spazio, ma al PalaDesio ha trovato casa, e forse lo stesso discorso vale per Grant Basile). Il nome più utilizzato? Senz’altro quello di Giordano Bortolani. Con un occhio a Leonardo Okeke se avrà messo tutti i pezzi del puzzle al proprio posto (e, considerati i suoi vari tipi di vissuto, si parla di una quantità non indifferente).

UDINE – Difficile considerare possibilità reali di italiani con spazio nella città friulana, che ha riguadagnato la Serie A dopo 15 anni dai tempi della Snaidero. Che nel massimo campionato fu portata da Teoman “Teo” Alibegovic, una figura che merita una storia a parte. E i cui tre figli in Italia sono diventati protagonisti. Denis oggi è a Treviglio in B, Amar è a Trapani con la sua tripla cittadinanza e un talento grande abbastanza da portarlo nella selezione nazionale bosniaca, Mirza è nato a Corvallis, negli USA, ha sempre giocato in Italia e quasi sempre in A2: adesso un’occasione, a 33 anni, per dimostrare chi è anche al piano di sopra.