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Il motore che tutti vogliono lo montava Alfa Romeo già 40 anni fa. Il Biscione era già nel futuro.
Non è azzardato sostenere che l’Italia sia stata l’apripista dei motori innovativi. Correva l’anno 1972 quando la FIAT presentò al mondo la X1/23, un prototipo di citycar elettrica in grado di scaricare sull’asfalto 13,5 cv e provvisto di batterie a nichel-zinco. Capace di raggiungere i 70 km/h poteva compiere 70 km prima di aver bisogno di ricaricarsi. Con largo anticipo sulla concorrenza la Casa torinese aveva capito che le zero emissioni sarebbero state il futuro.
L’Alfa Romeo che 40 anni fa già montava il motore che vogliono tutti oggi: era un tuffo nel futuro (Ansa) – Reportmotori.it
I tempi però non erano maturi e tutto si concluse in una nuvola di fumo. Qualcosa di simile si ripeté con Alfa Romeo una decina di anni dopo, quando il Biscione riuscì a realizzare un propulsore ancora più fuori dal comune, anch’esso rimasto solo un prototipo fino a quando nel 1997 l’idea non fu colta e replicata da Toyota, che ne intuì il potenziale dando vita ad un modello che ad oggi resta tra i più riconosciuti e venduti.
Quando Alfa Romeo sfidò il futuro con la 33 Giardinetta ibrida, ispirò la Prius
Per ritrovare l’origine di questo progetto di rottura con il passato bisogna torna indietro al 1983 quando Alfa Romeo era reduce da un periodo complicato dovuto al flop dell’Alfasud. La 33 endotermica nacque proprio dalle sue ceneri, ma carattere, designi e dotazioni erano tutta un’altra storia. Disegnata dal Centro Stile diretto da Ermanno Cressoni, venne declinata in più versioni. La risposta del pubblico fu importante e la produzione andò avanti fino al 1994.
Nel 1986 avvenne però la svolta. A seguito dell’acquisizione da parte di FIAT aumentarono le sperimentazioni, tra queste l’unità motrice ibrida. Gli esemplari rilasciati furono appena tre. Le peculiarità della 33 Giardinetta con doppia alimentazione, era rappresentata da un pacco batteria al nichel posizionato nel bagagliaio, e sotto al cofano un 1.5 boxer a benzina da 95 cv, unito un motore elettrico da 16 cv approvvigionato dall’Ansaldo di Genova.
Quando Alfa Romeo sfidò il futuro con la 33 Giardinetta ibrida, ispirò la Prius (Alfaracingclub.it) – Reportmotori.it
Uniti ad un cambio con cinghia dentata, potevano essere usati in coppia o singolarmente. Capace di toccare i 60 km/h in modalità “verde” aveva un’autonomia di appena 5 km, mentre con l’ausilio della componente termica poteva raggiungere una velocità di 140 km/h. Per quanto concerne i volumi, il powertrain comportava un aggravio di 150 kg, di cui 110 per gli accumulatori, 20 per i due propulsori e 10 per l’elettronica. L’obiettivo di Arese era ottenere il brevetto per trasformare la vettura in un taxi per le grandi città.