Bauhaus, 10 pezzi iconici per la casa: questi progetti di Marcel Breuer, Anni Albers e Walter Gropius sono ancora oggi in produzione.

Quando il Bauhaus si trasferì da Weimar a Dessau a metà degli anni Venti, Walter Gropius fece costruire ai suoi professori una casa padronale, nella quale si trasferirono con le loro famiglie. Oltre che come rifugio privato, le case servivano anche come atelier; si dice che Paul Klee tenesse addirittura delle lezioni nella sua casa. Mentre l’architettura delle case bifamiliari (solo Walter e Ise Gropius vivevano in una casa indipendente) seguiva in modo esemplare i principi del modernismo, l’arredamento era a discrezione dei residenti. Mentre Lyonel Feininger non voleva separarsi da pesanti cassettiere in legno, la casa di Dessau dei coniugi Moholy-Nagy potrebbe essere tranquillamente descritta oggi come uno showroom Bauhaus.

Quando si pensa al movimento del Bauhaus ci si immerge in un mondo di innovazione, creatività e audacia. Le sue radici risalgono al primo Novecento, ma la sua influenza è ancora tangibile nella cultura contemporanea. Il Bauhaus è stata molto più di una scuola d’arte e design: ha ridefinito l’approccio alla progettazione spingendo i confini dell’estetica e sfidando le convenzioni tradizionali, in una sinfonia senza tempo di forme geometriche, colori audaci e una costante ricerca di funzionalità. Nato nel 1919 in Germania, il Bauhaus segna una svolta significativa nella storia dell’architettura moderna. Fondato da Walter Gropius come una scuola di artisti-artigiani, mirava a diffondere un approccio interdisciplinare che unisse i mondi dell’architettura, della scultura e della pittura per creare un’esperienza estetica completa. Tra i protagonisti di spicco del Bauhaus figurano artisti e architetti di fama mondiale, tra cui Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe, Marcel Breuer e Wassily Kandinsky.

Dal laboratorio al negozio

Nel 1928 László Moholy-Nagy scrisse che il Bauhaus aveva “inventato l’appartamento moderno”. Si riferiva a stanze non più dominate da armadi massicci e tende di velluto. Al contrario: mobili modulari che potevano essere facilmente spostati da un punto all’altro. Un esempio è la sedia pieghevole Bauhaus di Marcel Breuer, oggi prodotta da Tecta. Breuer, all’epoca direttore del laboratorio di mobili, fornì anche a Wassily Kandinsky un progetto personalizzato della sua poltrona in tubolare d’acciaio per la sua casa padronale, che in seguito prese il suo nome.

Un altro pezzo che è diventato parte integrante della storia del design è stato creato da Wilhelm Wagenfeld. La sua lampada da tavolo WG24, creata nel 1924 come pezzo di laboratorio al Bauhaus di Weimar, è ancora oggi disponibile, proposta da Tecnolumen. Ci sono molti classici del Bauhaus che sono passati da tempo nella memoria culturale e sono ancora disponibili, per lo più come riedizioni su licenza. Quasi tutti questi progetti, originariamente destinati a un nuovo stile di vita radicale, hanno oggi una duplice funzione: sono oggetti di uso quotidiano ma anche pezzi da collezione il cui valore rimane sorprendentemente stabile.

I custodi dell’eredità del Bauhaus

Sono molti i produttori che cercano di ottenere licenze per le riedizioni e preservano attivamente l’eredità del Bauhaus. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’azienda Knoll si è assicurata i diritti sui progetti di Marcel Breuer e Mies van der Rohe. La storia dell’azienda Thonet risale al XIX secolo, con le sedie a sbalzo S 32 e S 64, ancora oggi in catalogo, frutto della collaborazione con Marcel Breuer, Mart Stam e Mies van der Rohe. Quest’ultima è stata recentemente reinterpretata dalla stilista Jil Sander.