Prato, 23 settembre 2025 – Il suo caso fece scalpore perchè la donna, oggi 37enne, oltre ad aver consumato dei rapporti sessuali con un suo allievo 15enne ebbe da lui un figlio. Condannata a 6 anni e cinque mesi per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore, la professoressa di Prato è stata scarcerata e affidata in prova ai servizi sociali della sua città.

La decisione è arrivata dal tribunale di sorveglianza di Firenze. La docente potrà beneficiare di una borsa lavoro di tre mesi presso un’associazione e sarà assunta come operatrice socio-sanitaria (Oss) part-time da una cooperativa sociale per fare assistenza domiciliare ai pazienti. Il tribunale di sorveglianza ritiene che ci siano i presupposti per la scarcerazione della docente – finora detenuta a Sollicciano – anche rispetto a una revisione critica dei fatti che lei potrà portare avanti meglio all’esterno del carcere con l’ausilio dell’Ufficio dell’esecuzioni penali esterne (Uepe).

“La cliente ha affrontato tutti i passi ritenuti necessari dalla giustizia, che ha ossequiato in ogni particolare, mostrando acquiescenza alla sentenza – spiegano i difensori, avvocati Massimo Nistri e Mattia Alfano, che l’hanno seguita nel lungo percorso giudiziario e riabilitativo – Siamo soddisfatti per la decisione del tribunale che ha ritenuto la cliente pronta per il dovuto reinserimento nella società e soprattutto per il riapproprio dei propri affetti personali, tra cui il figlio tanto discusso; siamo certi che una volta conclusasi la vicenda processuale, si possa passare alle dovute riflessioni sulla vicenda personale della ragazza, che è complessa, intrisa di molteplici aspetti che devono, o quantomeno dovrebbero essere, oggetto di un’analisi sociologica di più ampio respiro e interesse”.

In precedenti valutazioni della Sorveglianza emergeva infatti che la condannata tendesse a sminuire le sue responsabilità: per questo, nel febbraio 2025, era stata respinta una prima richiesta di detenzione domiciliare e di affidamento in prova. Ora il tribunale ha mutato orientamento. La Corte di Cassazione confermò la condanna definitiva nel 2023. Atti sessuali e violenza su minore risalgono a un periodo che va dal 2017 – quando l’allievo aveva 13 anni – ai primi mesi del 2019.