In passato anche la Chd ha alimentato timori infondati sulla possibilità che l’uso del Tylenol nei primi anni di vita dei bambini (quindi non durante la gravidanza) potesse causare l’autismo. Ciononostante, l’annuncio di Trump non è stato accolto con entusiasmo, per usare un eufemismo.

In un’intervista al podcast War Room Monday di Steve Bannon, la presidente della Chd Mary Holland ha minimizzato l’associazione con l’autismo: “Il Tylenol non è la causa principale. I vaccini sono la causa principale”, ha affermato, riproponendo una tesi che – vale la pena ribadirlo – è totalmente priva di fondamento, come ripetutamente dimostrato negli anni.

Da parte sua, Bannon ha criticato aspramente il lavoro di Kennedy come segretario alla salute, definendo i suoi sforzi per attuare un programma antivaccini poco seri e dilettanteschi.

Cosa dice la scienza su paracetamolo e autismo

Come detto, il legame tra l’assunzione di Tylenol durante la gravidanza e l’insorgenza dell’autismo non è mai stato provato.

Ad agosto, una revisione della letteratura scientifica pubblicata su Bmc Environmental Health e condotta da un ricercatore di Harvard ha riesaminato i dati di 46 studi precedenti, concludendo che l’uso del Tylenol all’inizio della gravidanza sembrava essere associato a un rischio più elevato di disturbi dello sviluppo neurologico, compreso l’autismo. Tuttavia, è importante sottolineare che molte ricerche sul tema presentano limitazioni significative e non tengono conto di fattori importanti, tra cui quelli genetici. E soprattutto, l’autore della revisione aveva fornito una perizia come testimone per gli avvocati che rappresentavano il querelante in una causa sull’esistenza di un legame tra l’uso di acetaminofene durante la gravidanza e i disturbi dello sviluppo neurologico.

Molti esperti medici preferiscono fare riferimento a uno studio condotto in Svezia nel 2024 e pubblicato su Jama. Il lavoro si è basato sui dati di 2,5 milioni di bambini e ha coinvolto anche diversi fratelli, in modo da aggirare le variabili che avrebbero potuto inficiare i risultati – i cosiddetti confondenti – come i fattori genetici e ambientali.

Considerando l’intera popolazione oggetto dello studio, è risultato che i bambini esposti al paracetamolo durante la gravidanza avevano una probabilità leggermente più alta di ricevere una diagnosi di autismo. Ma nell’analisi che ha confrontato i fratelli che erano stati esposti al paracetamolo con quelli che non lo erano stati, l’associazione è scomparsa. Nel complesso, i dati suggeriscono che il paracetamolo non ha causato un aumento delle diagnosi di autismo. Come spiegano gli autori:

I risultati di questo studio indicano che l’associazione tra l’uso di acetaminofene durante la gravidanza e i disturbi dello sviluppo neurologico è un’associazione non causale. I genitori biologici che hanno fatto un uso più elevato di acetaminofene differivano sotto molti aspetti da quelli con un uso minore o nullo. I risultati hanno suggerito che non esisteva un unico fattore di confondimento determinante, ma piuttosto che le caratteristiche sanitarie e sociodemografiche dei genitori biologici spiegavano almeno in parte l’apparente associazione. I risultati nulli delle analisi di controllo sui fratelli indicano che erano coinvolti fattori di confondimento familiari condivisi, ma non identificano i fattori di confondimento specifici.

Fattori critici

Un’altra variabile da considerare è che la febbre non trattata e/o prolungata durante la gravidanza, uno dei casi per cui viene prescritto il Tylenol, è collegata a un aumento del rischio di autismo. Come sottolineato all’inizio di questo mese dalla Society for maternal-fetal medicine (Smfm), inoltre, se non curati la febbre e il dolore durante la gravidanza comportano altri rischi significativi sia per la madre che per il feto.