Da sabato, anche da noi è possibile seguire la 27esima stagione di «South Park» di Trey Parker e Matt Stone (Comedy Centrale, Now e Paramount+). Il primo bersaglio è stato Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti è rappresentato in pieno stile «South Park»: il personaggio viene mostrato a letto con Satana e compare anche nudo, con ripetute allusioni ai suoi genitali. La Casa Bianca non l’ha presa bene. South Park è una ridente cittadina del Colorado, incorniciata da una catena di monti, spazzata da un vento freddo che costringe gli abitanti a vivere imbacuccati; ma alla tersezza atmosferica non corrisponde lo stato d’animo degli abitanti, specie dei più piccoli.
«South Park» è il proscenio sul quale si esibiscono quattro mascalzoncelli che della civiltà sembrano apprezzare solo gli aspetti nocivi e tutto ciò che fa di essa un flagello concertato e metodico.
Gli eroi si sono spartiti i ruoli: Stan Marsh, 8 anni, cappello blu e pon pon rosso per tenere al caldo la perfida intelligenza, è il leader nonostante abbia una sorella che lo picchia, un cagnetto gay e tradisca con un vomito ogni emozione d’amore; Kyle Broslovski, cappello verde con copriorecchie, ebreo, simpatico ma incline alla depressione, soprattutto perché non riceve mai regali di Natale, amante del football; Kenny MacCormick, testa nascosta da uno strano cappuccio, fatica a esprimersi, è povero e, in quanto tale, vittima designata di ogni nefandezza, muore a ogni episodio per resuscitare nel successivo; Eric Cartman è il grassone cresciuto a patate e tv spazzatura, un provocatore.La religione, il sesso, la morte, la guerra, la violenza: nulla si salva, e tutto è raccontato con un linguaggio visivo e verbale sempre esplicito, persino offensivo.
L’intento è dimostrare quanto paralizzante possano essere due ossessioni tipiche della cultura americana (poi esportate ovunque): il relativismo culturale e la correttezza politica. South Park è bidimensionale e senza sfumature come i suoi creatori: la loro critica alla società non ammette repliche. Spesso è talmente feroce da perdere di vista l’obiettivo finale, e non sempre il gioco distruttivo è all’altezza delle aspettative.
27 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA