di
Roberta Polese

Scaduti i termini, tra Padova e Verona 4 mila immatricolazioni: nessun assalto alle facoltà. L’Ordine dei Medici: «I rettori stanno facendo l’impossibile per garantire a tutti la preparazione al test»

Tanto si è detto, tanto se ne è parlato, che alla fine è successo il contrario di quello che ci si aspettava. L’eliminazione (che eliminazione non è) del numero chiuso per accedere al corso di laurea in Medicina a Padova e Verona non ha provocato un boom di iscrizioni. Quest’anno per la prima volta non c’è stato il test di ingresso che si faceva a maggio e luglio, ma si faranno tre esami dopo i primi mesi di corso di laurea, tra novembre e dicembre. Con tutte le incognite del caso, come sottolineano gli studenti: gli esclusi da Medicina dovranno scegliere un diverso corso quando le lezioni saranno già iniziate.

I numeri

Ma veniamo ai numeri: due giorni fa si sono concluse le iscrizioni per il semestre aperto di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria. Le immatricolazioni all’università di Padova sono state: 2264 a Medicina e Chirurgia a Padova, 387 a Medicina e Chirurgia a Treviso, 243 a Odontoiatria e 793 a Veterinaria. Settecento sono il totale dei posti disponibili per Medicina e Chirurgia. Volendo considerare solo l’ambito medico umano, le iscrizioni sono 2.894 a Padova e 1.369 a Verona, per un totale di 4.233 studenti. Non è stato un boom, e per certi versi è meglio così perché i rettori hanno faticato non poco a mettere in atto un piano che consenta a tutti gli studenti di apprendere le materie che saranno oggetto degli esami di dicembre.



















































Gli anni precedenti

Gli anni scorsi il metodo di accesso era in due sessioni: basti solo dire che a Padova nel 2024 si erano iscritte 2.892 persone nel test di maggio e 2.511 nel test di luglio, per un totale di 5.403 persone. I posti disponibili erano 564. Nel 2022-2023 quando il sistema di erogazione della prova era simile a quella del 2024, gli iscritti al test erano stati 3119 (numero che comprende però anche Veterinaria). Insomma il calcolo di per sé appare complesso ma quello che le università hanno ben chiaro oggi è che il boom di iscrizioni non c’è stato, anzi a ben vedere c’è stato un calo. «Stiamo lavorando per far sì che il semestre aperto per i corsi di medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria si svolga nel migliore dei modo – afferma la rettrice Daniela Mapelli, rettrice dell’università di Padova – la didattica sarà di tipo misto, le lezioni saranno erogate on line in modalità sincrona con la possibilità di partecipare in presenza per l’intero mese di settembre. Il contributo di ingresso va dalla totale gratuità a 250 euro a seconda del reddito, abbiamo aumentato del 10% il numero dei posti disponibili per Medicina e Chirurgia, in questo modo saranno quasi 700 le studentesse e gli studenti che potranno restare a Padova o Treviso in caso di ammissione, un numero che in tempo relativamente breve è quasi raddoppiato».

I corsi e gli esami

A settembre inizieranno le lezioni di Chimica, Fisica e Biologia. Il 20 novembre e il 10 dicembre gli aspiranti medici dovranno sostenere gli esami delle tre materie. La graduatoria è di carattere nazionale, chi prende il punteggio più alto sceglie il posto dove vuole studiare, altri possono superare l’esame a Padova ma essere costretti a trasferirsi altrove. Chi è fuori graduatoria può iscriversi a corsi di laurea affini, scelti sempre al momento dell’iscrizione: Biotecnologie, Biologia, Farmacia e 12 delle 23 Professioni sanitarie, tra cui Infermieristica, Podologia, Fisiopatologia cardiocircolatoria, Neurofisiopatologia e Tecniche ortopediche.

Gli studenti

Un piano che non piace agli studenti: «Questa riforma andrà a colpire altri aspetti della vita universitaria, come quello della residenzialità, di cui sono già ben note le criticità – spiega Marco Nimis dell’Udu – è assurdo pensare che servirà trovare un alloggio in una città per il semestre filtro per rischiare poi di essere catapultati ad anno in corso anche dalla parte opposta d’Italia, in una situazione di crisi degli affitti generalizzata. Non tutte le famiglie potranno permettersi questi adattamenti. Questo, unito all’aumento della competitività causato dal semestre filtro e dalla possibilità di ritrovarsi a doversi iscrivere a corsi che non erano di reale interesse, data l’obbligatorietà delle seconde e terze scelte, andrà a mettere ulteriormente sotto stress migliaia di studenti».

L’Ordine dei Medici

Il presidente dell’Ordine dei medici di Verona Alfredo Guglielmi è pragmatico: «Questa è la riforma che abbiamo e con questa dobbiamo lavorare, i rettori stanno facendo l’impossibile per garantire a tutti la preparazione necessaria a superare il test – spiega – quello che va implementato a mio avviso sono i corsi di curvatura biomedica che si fanno nell’ultimo triennio delle scuole superiori, e che serve per indirizzare i ragazzi e prepararli molto prima alla medicina, in modo che si arrivi al test universitario preparati e consapevoli».


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27 luglio 2025