“La violenza non è bloccare una stazione in un giorno di sciopero generale per provare a fermare il più grande genocidio di questo secolo, né l’insubordinazione ai silenzi complici di chi ci governa”: lo scrivono Zerocalcare, gli scrittori Massimo Carlotto e Sandrone Dazieri, gruppi come Modena City Ramblers, Bandabardò, Assalti Frontali e decine di altri artisti come Max Pisu in un comunicato congiunto a commento delle manifestazioni di piazza di lunedì e in particolare degli scontri di Milano.
“Da ieri – commentano artisti e intellettuali – la politica parla di “violenza” e “vandalismo” per un paio di vetrate della stazione Centrale di Milano cadute durante scontri tra manifestanti e polizia. Scontri evitabili se chi governa e gestisce l’ordine pubblico sapesse fare il proprio lavoro e gestire la forza moltitudinaria che assediava la Centrale, mentre in altre città altre stazioni, porti e autostrade erano bloccati. Violenza – prosegue la nota – è stare in silenzio davanti al massacro di un popolo, violenza è portare in un carcere minorile chi ha manifestato, violenza è costruire una narrazione di comodo davanti a una massiva espressione di contrarietà alla guerra, all’occupazione coloniale e all’inazione del governo Meloni”.
Per i firmatari, “chi ha cercato di entrare in Centrale ha certo usato modalità muscolari per forzare il blocco di polizia, ma non ha seminato il panico come hanno fatto invece gli agenti che, a un certo punto, hanno sparato decine e decine di lacrimogeni, alcuni anche verso chi faceva foto dai balconi di via Vittor Pisani”. “Come artisti e artiste sogniamo un mondo di pace, ma non cadiamo nel tranello di trasformare momenti di resistenza e di rabbia collettiva in una subdola giostra di trasformazione di concetti e immagini” e per questo “confidiamo che chi è stato arrestato sia presto liberato e che il governo italiano si attivi per fermare il genocidio a Gaza, iniziando a cancellare tutte le forme di rapporto economico con Israele”.
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