New York, 23. «Gli Stati adempiano ai loro impegni per garantire l’uguaglianza delle donne e il rispetto della loro dignità data da Dio». È l’auspicio della Santa Sede riportato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, intervenuto lunedì 22 settembre all’Onu di New York in occasione della riunione ad alto livello per il 30º anniversario della quarta Conferenza mondiale sulle donne, svoltasi a Pechino nel settembre del 1995. Nonostante significativi passi avanti compiuti su «questioni importanti e urgenti riguardanti la dignità delle donne e il pieno godimento dei loro diritti umani fondamentali», è l’indicazione di Gallagher, oggi «permangono alcune questioni nella Dichiarazione e nella piattaforma d’azione di Pechino, che sono rimaste irrisolte, tra cui un tasso di povertà estrema più elevato, ostacoli all’accesso o addirittura l’esclusione delle donne da un’istruzione di qualità e salari inferiori nel mondo del lavoro». Tutte condizioni, spiega l’arcivescovo, che non permettono «il pieno raggiungimento della pari dignità delle donne e la loro capacità di realizzare il proprio potenziale in tutti gli ambiti della vita».
Un forte allarme della Santa Sede nasce anche dal prevalere «della violenza contro le donne e contro le ragazze», un affronto alla loro dignità e una grave ingiustizia, che sia a casa, nel corso dei conflitti o durante la tratta. Un abuso esacerbato anche dalla tecnologia. Ma la violenza, prosegue il segretario per i Rapporti con gli Stati riguarda «anche le pratiche di selezione prenatale del sesso e l’infanticidio femminile». Tali atti, è la denuncia, «condannati nella Dichiarazione e nella Piattaforma d’azione di Pechino, continuano a causare la morte di milioni di bambine scomparse ogni anno. Qualsiasi forma di violenza contro le donne e le ragazze è inaccettabile e deve essere combattuta».
Oltre che della violenza fisica, le donne ancora oggi sono vittime della «disparità nell’assistenza sanitaria». Alla accertata diminuzione dei tassi di mortalità materna, non corrispondono significativi progressi in quell’ambito. «Deve aumentare l’accesso all’assistenza prenatale e a personale sanitario qualificato, nonché ai sistemi e alle infrastrutture sanitarie – precisa Gallagher – mentre soluzioni false come l’aborto devono essere respinte. La tutela del diritto alla vita è essenziale, poiché è alla base di tutti gli altri diritti fondamentali». In conclusione, nel prendere atto che le principali questioni emerse da Pechino a favore delle donne sono rimaste trascurate, Gallagher esprime la speranza che la comunità internazionale non si concentri su questioni divisive «che non sono necessariamente vantaggiose per le donne».